Tre ore interminabili, vissute con il cuore in gola dai genitori di Sofia, la neonata rapita martedì pomeriggio dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. Un incubo terminato grazie alla prontezza della Polizia di Stato, che ha rintracciato i responsabili e riportato la piccola tra le braccia di Valeria Chiappetta, la sua mamma. L’emozione di quell’abbraccio, catturata nelle immagini diffuse dalla Questura, è stata descritta come un momento di infinita commozione: «Sofia, per una notte, è stata anche nostra figlia».
La bambina, vestita con una tutina azzurra, era stata portata via da Rosa Vespa e suo marito Aqua Moses. La coppia, che aveva fatto credere ad amici e parenti di aspettare un maschietto, aveva inscenato una gravidanza per mesi, fino a mettere in atto il folle piano. Le telecamere di sorveglianza della clinica hanno immortalato i momenti concitati del rapimento, compresa una discussione tra i due: pare che il piano originale prevedesse di rapire un bambino.
«La mamma è profondamente scossa, è provata da quanto accaduto. Ho assistito al momento in cui Sofia è tornata tra le sue braccia: un mix di commozione e dolore», ha raccontato Franz Caruso, sindaco di Cosenza, che ha fatto visita a Valeria in clinica. Con lei, anche il marito, che ha potuto riabbracciare la figlia all’ospedale dell’Annunziata, dove la neonata è stata sottoposta a controlli per accertarne le condizioni di salute. «Rivederla è stato meraviglioso. Mia moglie? Sta meglio, ma è ancora molto provata», ha dichiarato l’uomo, visibilmente stanco ma sollevato.
Sofia sta bene e presto tornerà a casa. In mattinata, il padre e la nonna la riaccompagneranno, insieme a Valeria, che sarà dimessa dalla clinica. «I genitori sono esausti ma felici», ha raccontato la nonna. La famiglia potrà finalmente ritrovare un po’ di serenità dopo ore di autentico terrore.