Le profondità degli oceani ci riservano sempre delle sorprese, come dimostrano anche varie ricerche scientifiche che si occupano proprio di studiare questi ambienti affascinanti e a volte anche piuttosto misteriosi. Un recente studio in particolare, messo a punto dal Max Planck Institute for Marine Microbiology, ha messo in evidenza che nell’oceano sono presenti delle grandissime riserve di zucchero che non erano mai state osservate in precedenza.
Si tratta di riserve molto ampie, che avrebbero delle conseguenze anche per quanto riguarda il clima. Vediamo che cosa ha scoperto la nuova ricerca e perché stiamo parlando di una scoperta davvero importante per comprendere i meccanismi che stanno alla base della natura.
La ricerca sulle piante marine fanerogame
Lo studio ha analizzato delle piante marine chiamate fanerogame, che hanno la capacità di immagazzinare delle grandi distese di zuccheri nell’ambiente in cui si trovano. Nello specifico le concentrazioni di queste sostanze che sono state riscontrate corrisponderebbero ad una quantità di circa 80 volte in più rispetto a quella che si trova comunemente sul fondo del mare.
Una scoperta sensazionale, che testimonia come nei dintorni di queste piante marine possano essere presenti fino a 1,3 milioni di tonnellate di zucchero, in particolare di saccarosio, che si trova spesso nei pressi delle radici di questi vegetali.
Perché le piante marine producono zucchero
Lo zucchero che viene immagazzinato in queste enormi distese nel fondo degli oceani è prodotto nel corso del processo di fotosintesi delle piante di cui abbiamo parlato. Quando si è in presenza di una luminosità media, le piante usano proprio lo zucchero per crescere in maniera ottimale.
Nel momento in cui si verificano delle situazioni di luminosità più forte, le piante producono in maggiore quantità saccarosio rispetto a quello di cui avrebbero realmente bisogno. Di conseguenza la quantità di zucchero in eccesso viene rilasciata nell’ambiente esterno.
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Quello che ha messo in luce lo studio è anche il fatto, però, che lo zucchero in eccesso che si deposita intorno a queste piante non è consumato dai microrganismi che si trovano nei fondali oceanici, anche per il fatto che riceve una protezione specifica da parte di particolari composti fenolici.
Gli esperti hanno spiegato che si tratta di una ricerca molto interessante anche per capire meglio un habitat tra i più critici del mondo, con l’obiettivo di preservare degli ecosistemi molto delicati.
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In effetti il ruolo di queste piante marine è molto importante, considerando il fatto che questi vegetali riescono ad aspirare carbonio con una velocità 35 volte più alta rispetto ad una stessa area di foresta presente sul nostro pianeta.
