Rincari fino al 13 percento sui costi per le cene di Natale e Capodanno. La stima di Federconsumatori. Le prenotazioni a Salerno e provincia. I dati.
Lo avranno notato tutti coloro che, al momento della prenotazione, hanno avuto un primo preventivo del prezzo finale. Parliamo dei convivi più attesi dell’anno, quelli di Natale e Capodanno.
Un rialzo dei prezzi. Diversi i fattori che hanno spinto i gestori delle attività a rivedere all’insù i prezzi dei menù in vista dei grandi eventi che chiudono questo 2022. In tal senso per un pranzo di Natale, al pari del Veglione, difficilmente si resta sotto i 120-130 euro.
I rincari sono dovuti, in prima battuta, all’inevitabile aumento delle bollette. Un caro energia che ha colpito tutti gli italiani, in particolare i titolari di attività commerciali. I quali, in alcuni periodi dell’anno, hanno visto aumenti vertiginosi fino al 120% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I costi dei menu, secondo i dati di un’indagine dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori, saliranno del 13,2% rispetto al 2021 per la Vigilia e del 9,6% per la serata del 31 dicembre.
La maggior parte degli italiani trascorrerà la Vigilia di Natale a casa, presso la propria abitazione oppure da amici e parenti. Circa il 32,6% prenoterà invece fuori casa almeno un pranzo, tra quello di Natale e quello del 31 dicembre, che sia in un ristorante o in un locale.
I menu low cost costeranno invece 21,80 euro a persona (+21,7% sul 2021). In questo caso, Federconsumatori intende un pranzo con alici marinate, spaghetti e preparato di mare, trota, patate, insalata di carote, frutta e frutta secca, caffè, spumante, vino da tavola, panettone e un bicchierino di un superalcolico.
Per quanto riguarda invece il cenone di Capodanno, il menu classico subirà un aumento fino a 10 punti percentuali. L’opzione più economica, simile a quella della Vigilia con l’aggiunta di pietanze come anguilla, zampone e lenticchie – comporterà però una spesa inferiore del 40% rispetto al menu classico. Parliamo di 29,88 euro a testa (+6,7% rispetto al 2021). Gli aumenti più significativi riguardano il pesce e la frutta secca.
