Preferirebbe scontare la pena in Italia il Narcos che rischia di finire in un carcere sudcoreano. L’uomo, difeso dall’avvocato Francesco Palumbo, è detenuto oggi presso la casa circondariale di Fuorni. L’obiettivo è evitare l’estradizione: in Asia questo tipo di reati sono puniti con trattamenti inumani fino alla pena di morte.

Scongiurare il pericolo di sottoposizione a trattamenti degradanti e inumani nel paese richiedente. È l’obiettivo della difesa di D.M.Z., italo-canadese di 39 anni arrestato ad Amalfi. Lo fa sapere la difesa.

Lo scorso 23 dicembre infatti, i Carabinieri della Compagnia di Amalfi – sotto la direzione del capitano Umberto D’Angelantonio – hanno dato esecuzione a un mandato di arresto internazionale nei confronti di un pericoloso latitante. Il 39enne è stato prelevato dalla camera d’albergo in cui soggiornava nella città capofila della Costiera Amalfitana.

Adesso l’uomo, sul quale pendeva un mandato internazionale d’arresto per traffico di sostanze stupefacenti, è detenuto presso la casa circondariale di Salerno in attesa del parere della Carte di Appello e del Ministro della Giustizia per l’estradizione.

L’avvocato Francesco Palumbo del foro di Salerno, difensore di fiducia del giovane canadese, considerata la grave situazione in Corea del Sud per questo tipo di reato (punibile con l’ergastolo e/o in casi più gravi la pena di morte), interverrà, in collaborazione dei colleghi della sua sede di studio in Toronto, con le doglianze necessarie a scongiurare il pericolo di sottoposizione a trattamenti inumani e degradanti nel paese richiedente e alla conseguente estradizione.

Nel frattempo l’avvocato è in attesa di riscontro con dell’ambasciata canadese per
l’incontro diretto con l’ambasciatore.

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