di Valentina Folgani

La parola d’ordine è ricominciare insieme. Comincia così la conferenza stampa che presenta il programma della tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival, tenutasi presso il teatrino di corte del Palazzo Reale di Napoli.

Dal 1 al 31 luglio la cultura alza il sipario sul capoluogo campano e non solo, con ben 130 eventi all’aperto che abbracciano ogni forma d’arte conosciuta: teatro, danza, letteratura, cinema, video performance, musica e mostre.

Inizialmente fissata per giugno e poi rinviata a causa della terribile emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese, la manifestazione prende forma grazie all’importante sostegno della regione Campania e alla tenacia della Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano.

Altrettanto fondamentale è l’impegno di Ruggero Cappuccio, direttore del Festival, il quale dichiara: “siamo riusciti a compiere in tempi strettissimi un vero miracolo mantenendo la struttura del festival fedele rispetto a quella iniziale”. Inoltre, Cappuccio menziona l’importanza dei lavoratori del mondo dello spettacolo (attori, tecnici, truccatori, parrucchieri, costumisti), che vivono un periodo di forte incertezza lavorativa.

Infatti, obiettivo comune è rilanciare tutto il comparto dello spettacolo, sostenendo compagnie del territorio campano e napoletano, insieme a tante realtà del panorama nazionale e internazionale.

La grande festa della cultura tout court coinvolge tanti luoghi simbolo di Napoli, tra cui il Real Bosco di Capodimonte, il Circolo Canottieri, Palazzo Fondi, i cortili dei Palazzi del Rione Sanità, Rione De Gasperi, la spiaggia delle Monache a Posillipo: location magiche, in cui l’arte prende vita e si mescola nel caos cittadino.

Il racconto dei momenti salienti del Festival è affidato a Rai Radio 3 e Radio Crc Targato Italia, media partner ufficiale.

Il Napoli Teatro Festival Italia si proclama come forza trainante della comunità sociale. In tal senso, per concludere, si rivela geniale la scelta di proporre biglietti a prezzi popolari (da 5 a 8 euro), in modo da agevolare le fasce più deboli della società e per creare attimi di spontanea condivisione, in risposta alla distanza sociale che questo delicato periodo storico ci impone.

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