Il Tappeto di Segatura è uno degli elementi caratteristici della Settimana Santa Minorese posto sull’altare della Reposizione, il sepolcro.
Questo iconico tappetto nasce dall’unione di segatura e di pigmenti colorati. Gli elementi mescolati tra di loro per ottenere varie tonalità riempiono il disegno precedentemente creato sul pavimento con l’utilizzo di gessetti.
Attraverso l’utilizzo setacci le figure prendono vita portando alla luce vere opere d’arte.
I soggetti a cui si dà vita sul pavimento della basilica di Minori sono tratte da famose opere del nostro patrimonio storico artistico che ritraggono scene della passione di Cristo.
Il Tappeto di quest’anno però sarà diverso dagli altri: si tratta di un capolavoro inedito commissionato dal priore dell’Arciconfraternita del Ss. Sacramento, custode dei riti della Settimana Santa, al giovane studente Raffaele Leone sotto la supervisione dei maestri Giacomo Palladino e Vittorio Ruocco.
Protagonista dell’opera è una Croce bianca che protegge al suo centro una colomba, simbolo dello Spirito Santo; da questa si diramano raggi del colore dell’arcobaleno, da sempre simbolo di pace. Questi raggi fanno da sfondo a scene che ripercorrono gli ultimi momenti di vita del Cristo. Ai piedi della croce è posto un piccolo germoglio che vuole ricordare che la vita è autentica solo se spesa nel dono della Resurrezione, che a sua volta avviene solo attraverso la Croce.
Il titolo dell’opera riassume efficacemente questa simbologia: “Salda è la Croce sugli sconvolgimenti del mondo”.
Nonostante il mondo cade a pezzi, Cristo rimane lì aspettando chi vuole costruire un mondo basato sulla sua giustizia e verità.
L’iniziativa del tappeto è stata adottata anche dalle altre chiese di Minori come la Parrocchia di S. Michele Arcangelo in Torre e quella di S. Gennaro in Villa Amena. La prima ha per tema il bacio di Giuda, la seconda riprodurrà il logo del Sinodo, Partecipazione, Comunione, Missione.
Ogni tappetto sarà incorniciato da piante di grano germogliate al buio, questo gesto vuole simboleggiare il pallore della vita dell’uomo senza la luce del Cristo Redentore.