La cultura conservatrice? Può innovare e rompere schemi e steccati ideologici. Potrebbe essere questa una sintesi dell’intervento del ministro per la cultura del governo Meloni Gennaro Sangiuliano, intervenuto ieri sera in occasione dell’apertura di “Positano, Mare, Sole e Cultura”, la kermesse estiva culturale della città verticale, giunta alla XXXIma edizione.
L’incontro, svoltosi nella Sala Comunale Andrea Milano, ha rappresentato l’occasione con cui il Ministro, giornalista e già direttore del Tg2, autore del volume edito da Mondadori “Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore”, ha discusso insieme al suo collega giornalista Virman Cusenza, autore del libro “I Giocatori d’Azzardo”, ed a Gianni Oliva, già assessore alla cultura della Regione Piemonte, la cui opera è, invece “Il Purgatorio dei Vinti”: si è dato vita ad una riflessione che ha seguito, come fil rouge del dibattito, “il peso della storia”.
Il ritratto di Giuseppe Prezzolini, fondatore della rivista intellettuale “La Voce”, conservatore anarchico, mente brillante del ‘900, mai antifascista militante ma disposto a abbandonare l’Italia e trasferirsi negli Stati Uniti per esprimere il suo pensiero anticonformista in piena libertà, ha rappresentato la base di partenza di un dibattito che si è posto sin dai suoi primi momenti l’obiettivo di andare contro il leitmotiv dell’intellettualismo politically correct e della cancel culture, paradigma cui il filone politico conservatore negli ultimi anni si oppone con grande forza.
“Prezzolini diresse la Voce con una grandissima apertura, come fu definita da Curzio Malaparte, la serra calda del fascismo e dell’antifascismo, per la capacità di raccogliere autori di ideali diversi, da Benito Mussolini a Giovanni Amendola e Gaetano Salvemini“, ha commentato Gianni Oliva, giornalista di ideali politici di sinistra, già assessore alla cultura della Regione Piemonte dal 2005 al 2010.
Virman Cusenza, illustre giornalista, già direttore de Il Mattino, di matrice moderata, ha ricordato un aneddoto della vita di Giuseppe Prezzolini, che lo ha legato alla Costiera Amalfitana: dopo il rientro dagli Stati Uniti nel 1946, conclusa la Seconda Guerra Mondiale e terminata l’esperienza del regime fascista cui, nonostante fosse conservatore, si era opposto, l’intellettuale visse per un breve periodo a Vietri, salvo, poi, tornare in America, in quanto non pienamente soddisfatto dell’Italia post-bellica.
“Fu un italiano – ha aggiunto Cusenza – che lanciò una crociata contro il pensiero dominante, ritenne che, da liberale, il superamento di un’idea potesse esserci soltanto con una ancora migliore. Da allievo di Benedetto Croce, ne coltivò l’eredità, ma fu anche seguace di Gentile e di Leo Longanesi. Non faceva parte di nessun jet set ma combatteva l’establishment ed era innamorato della solitudine“.

Chiusura del dibattito affidata, come da scaletta, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che, nel ricordare la figura di Giuseppe Prezzolini ha anche sostenuto, nella sostanza, come cultura e conservatorismo non siano affatto agli antipodi ma che, anzi, le principali innovazioni del secolo scorso sarebbero giunte dalla destra politica.
“Il progressista è la persona di domani, il conservatore di dopodomani in quanto chiamato a innovare le strutture della società conservandone il nocciolo fondamentale. Sono stati i grandi conservatori ad innovare lo scorso secolo, come Margaret Thatcher, lo stesso De Gaulle, dalla cui epoca la Francia smise di essere una potenza coloniale – ha commentato il ministro della Cultura in chiusura dell’incontro – La cultura non ha steccati quando ha una grande visione, oggi invece manca un metodo hegeliano, fondato su tesi, antitesi e sintesi. Viviamo l’epoca delle elaborazioni preconcette e chiuse“.
Non sono mancati, poi, riferimenti alla situazione attuale della cultura in Italia dopo la svolta conservatrice degli ultimi mesi, ma senza mai scendere nei dettagli del dibattito politico corrente, nè nazionale nè locale: “In Italia ci siamo liberati di una cappa asfittica che ci impediva di confrontarci liberamente sulle questioni, siamo ormai all’aria aperta“.

Ma di politica locale ce n’era – e tanta – tra i banchi del pubblico: oltre al sindaco di Positano Giuseppe Guida, che ha rivolto i saluti istituzionali ai presenti ed invitato a partecipare ai prossimi appuntamenti della ricca kermesse, erano presenti, tra gli altri, il deputato di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, già presidente della Provincia di Salerno tra il 2013 ed il 2014, il primo cittadino di Furore Giovanni Milo, l’ex sindaco di Positano Michele De Lucia.
