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Memoria in Movimento “sposa” le cause del Comitato per il Referendum a Maiori

Maiori

L’associazione Memoria in Movimento ha deciso di aderire al “Comitato promotore per il referendum popolare” di Maiori.

Arriva, dunque, un ulteriore sostegno all’attività dell’organizzazione, che si pone la finalità di abrogare atti relativi alla costruzione di un depuratore consortile e alla variante in galleria tra Maiori e Minori.

Una scelta possibile – precisano dal Comitato – “in quanto il regolamento comunale di Maiori detta e disciplina in modo preciso modalità e tempi di attuazione per indire referendum popolari. Consideriamo ambedue le opere, oggetto delle proposte di referendum, illogiche, dannose all’ambiente e all’economia dell’intera costiera amalfitana, rispondenti a vecchie logiche che produrranno solo sprechi di risorse economiche pubbliche che potrebbero essere utilizzate per scopi e fini pubblici più efficienti“.

La nostra adesione al Comitato promotore per il referendum popolare – continua la nota – è anche un segno di solidarietà e supporto alla battaglia e alle proposte portate avanti da vari gruppi che difendono la Costiera Amalfitana, tra cui il “Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana“. La nostra associazione li ha seguiti e li segue con attenzione soprattutto perchè questi gruppi non si limitano a una semplice opposizione locale a specifici progetti, ma coniugano dati tecnici e proposte concrete per proteggere l’economia e l’ambiente della zona. Anzi meritoriamente sanno coniugare la contrarietà a opere che deturpano economia e territorio con progetti tecnici alternativi sottolineando al contempo, con uno sguardo d’insieme all’intera costiera amalfitana, l’esigenza di mettere in campo forme di democrazia “dal basso” della cittadinanza“.

In conseguenza di ciò risulta “necessario e non rinviabile” un “piano paesaggistico dell’intera costiera amalfitana da “costruire” con la logica della democrazia partecipata e il coinvolgimento attivo di chi ci vive e ci lavora e di chi privilegia il benessere collettivo“.

Una nota, quella del Comitato, che suona anche come una stoccata alla classe dirigente del territorio: l’obiettivo comporterà “anche una maggiore qualità e spessore di progettualità dell’attuale “rappresentanza istituzionale” che oggi, ad avviso dei suoi rappresentanti, è proiettata esclusivamente su decisioni prese da  “poteri istituzionali” residenti in altre aree della regione“.

Il tutto con evidenti ripercussioni sul paesaggio: “La Costiera Amalfitana da tempo è duramente colpita da speculazioni abusive, da una gestione turistica assurda, con infrastrutture, ad esempio i servizi sanitari, inesistenti e con un territorio, che è un bene Unesco, martoriato da incendi dolosi e da scelte amministrative dettate da logiche diverse dal bene comune“.

Con i due comitati l’associazione Memoria in Movimento auspica un percorso comune – conclude la nota evidenziando un’analogia con un’altra importante battaglia ambientalista portata avanti nel recente passato – in grado di coinvolgere, come sta già avvenendo, settori della popolazione e delle rappresentanze collettive (ad esempio imprenditoriali, sindacali e ambientaliste) sempre più ampie. Queste battaglie con loro possono essere vinte come già avvenne negli anni ’80 con la grande battaglia contro le perforazioni petrolifere che si volevano realizzare in Costiera Amalfitana. Non passarono allora, non passeranno oggi“.

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