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Mascarìa, chi è nella realtà Pietro Ferrara: storia vera

Pietro Ferrara Mascarìa

Pietro Ferrara è il protagonista del film Mascarìa, un costruttore siciliano che rappresenta la lotta contro la mafia e le sue conseguenze devastanti. La sua storia, raccontata nel lungometraggio, è emblematica delle difficoltà e delle ingiustizie che affrontano coloro che decidono di opporsi al potere mafioso. Questo articolo esplora chi è Pietro Ferrara, il suo coraggio nel denunciare i mafiosi e le gravi ripercussioni che ne sono derivate per lui e la sua famiglia.

La ribellione contro il pizzo

Pietro Ferrara è un costruttore siciliano costretto a pagare il pizzo per poter lavorare. Questa pratica estorsiva è una realtà soffocante in molte parti della Sicilia, dove la mafia esercita il suo potere attraverso la paura e la coercizione. Pietro, stanco di essere vessato, trova il coraggio di denunciare i suoi aguzzini. Questo atto di ribellione rappresenta una rivoluzione: i mafiosi che lo ricattavano vengono arrestati e condannati a molti anni di prigione.

Schivo e riservato, Pietro diventa involontariamente il volto di questa clamorosa vittoria contro il racket mafioso. Tuttavia, la sua vittoria ha un prezzo molto alto. La mafia non dimentica e non perdona, e la vendetta dei mafiosi non tarda ad arrivare.

La vendetta mafiosa e la calunnia

Gaetano Rizzo, il capomafia che per anni aveva taglieggiato Pietro, decide di vendicarsi nel modo più subdolo. Conoscendo Pietro fin da quando erano ragazzi, Rizzo lo accusa pubblicamente di essere stato suo socio in affari. Queste accuse sono infondate e mirano a mascariare (calunniare) Pietro. In un sistema dove la parola della mafia può essere sufficiente per innescare un’indagine, Pietro si trova rinviato a giudizio per associazione mafiosa.

Da accusatore, Pietro diventa improvvisamente imputato. La sua vita cambia drasticamente, e deve ora difendersi da accuse infamanti che minacciano non solo la sua reputazione, ma anche la sua libertà e il suo sostentamento.

La difesa in tribunale

Pietro trova sostegno nell’avvocato Baldani, interpretato da Fortunato Cerlino, un esperto in processi di mafia. Baldani diventa non solo il difensore di Pietro, ma anche una fonte di supporto morale e strategico. La difesa di Pietro richiede continue ridefinizioni delle strategie legali, in un contesto in cui la mafia manipola le accuse per distruggere chiunque osi sfidarla.

Le ripercussioni familiari

Le difficoltà legali e le accuse infamanti non rimangono confinate al solo Pietro. La sua famiglia subisce pesanti ripercussioni. La moglie Mimma, interpretata da Manuela Ventura, è una donna forte e premurosa, che sostiene Pietro in ogni momento. Tuttavia, i sogni di una vita serena e lontana dalla Sicilia si infrangono contro la dura realtà delle accuse e delle vendette mafiose.

Riccardo, il figlio maggiore, ha un carattere ribelle e inizialmente vive una vita serena, ignaro dei guai del padre. Quando scopre la verità, si schiera dalla parte di Pietro, prendendo in mano l’azienda di famiglia e cercando di mantenerla a galla nonostante gli ostacoli. Tra questi, l’esclusione dalla white list che impedisce loro di lavorare negli appalti pubblici a causa delle accuse contro Pietro.

L’ingiustizia del sistema

La storia di Pietro Ferrara mette in luce le ingiustizie di un sistema che, paradossalmente, penalizza chi lotta contro la mafia. Pietro, che ha messo in pericolo la sua vita e la sua azienda per denunciare i mafiosi, si trova a dover affrontare un procedimento giudiziario che lo esclude dal mercato degli appalti pubblici. Questo paradosso evidenzia quanto possa essere difficile e ingiusto il cammino per chi decide di opporsi alla criminalità organizzata.

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