Un messaggio di lavoro indefesso come forma di protesta anticonvenzionale, di distanza dalle scelte della politica ma, al tempo stesso, di resistenza. E’ l’immagine che emerge dalla visione di Mario Persico, titolare dell’azienda agricola “Antico Casale” di Massa Lubrense, sulla protesta degli agricoltori che, negli ultimi giorni, sta “percorrendo” l’Italia in trattore.
Nonostante il taglio sull’Irpef degli agricoltori stabilito dal Governo, infatti, la protesta degli agricoltori continua, ma, secondo l’imprenditore di Piano di Sorrento, questa si concentra sulla tutela delle ragioni dei grandi produttori agricoli, mentre i piccoli coltivatori del territorio, loro malgrado, sono costretti a “resistere” lavorando, e rimanendo nel proprio territorio a fare i conti con le non poche problematiche inerenti il proprio settore.
“Noi pochi piccoli agricoltori sorrentini…assistiamo inermi allo scenario di scioperi e proteste in atto in questo giorni sotto tutti i palazzi della politica Europea – afferma – Vorremo essere al fianco dei nostri colleghi trattoristi, ma purtroppo restiamo qui inermi non perché non abbiamo il trattore, forse perché dovremmo presentarci con zappa e forbice da pota, ancora oggi le attrezzature più usate e rappresentative della nostra agricoltura, forse perché quello che oggi sta capitando a loro grandi e già passato sulla pelle dei nostri genitori, forse perché per noi così piccoli e anche avendo piccoli appezzamenti dedicare il 4% della superfice aziendale a maggese è qualcosa di naturale. Perché da sempre le nostre piccole realtà esistono, e sono incastonate in un lembo di terra dove la macchia mediterranea la fa da padrona, e forse oggi ci sentiamo così lontani e poco colpiti da queste leggi europee in quanto non ci siamo mai sentiti tutelati, anzi, talvolta un ingombro, ed un problema per un territorio oramai vocato esclusivamente al gran turismo internazionale“.
La vicinanza ai colleghi agricoltori è, tuttavia, evidente, nonostante le difficoltà probabilmente ancora più grandi rispetto a quelle dei coltivatori medi e grandi: “Ma ciononostante siamo vicini ai nostri direi più fratelli che colleghi perché lavorare la Terra da sempre è un atto agricolo, un atto politico ma allo stesso tempo un atto sociale perché in qualsiasi parte del mondo un agricoltore semina…semina cibo e semina futuro. E non importa quanti Ettari lavori o con il trattore o con la zappa… importa che il suo lavoro sia tutelato, supportato e soprattutto rispettato“.
“Perché ogni giorno che perdiamo un contadino – aggiunge ancora l’agricoltore sorrentino – perdiamo un pezzo di cibo, un pezzo di storia ed un pezzo di cultura che difficilmente si tramanderà e qualcun altro che si improvviserà in un lavoro così arduo con cui ogni giorno fai i conti con la socia di maggioranza (Madre Natura)“.
Una protesta diversa, silenziosa, fatta di lavoro e, per quel che si può, di commercializzazione al minuto dei propri prodotti: sotto questo punto di vista, è rilevante, come evidenziato dal piccolo imprenditore agricolo di Piano di Sorrento, la testimonianza del “mercato della terra” che si svolge ogni seconda domenica del mese a Piano di Sorrento e che mette in rete tanti piccoli e micro-coltivatori che insieme resistono alla loro progressiva marginalizzazione.