Contrastare il malsecco dei limoni: questo l’obiettivo e, al tempo stesso, il tema al centro dell’ incontro svoltosi ieri a Maiori. Istituzioni del territorio, regionali e nazionali hanno espresso la propria vicinanza ad una categoria, quella dei limonicoltori, che si trova ad affrontare un problema particolarmente invalidante per le proprie attività agricole.

Il direttore di Coldiretti Salerno Vincenzo Tropiano e il Presidente del Consorzio di Tutela Limone Costa d’Amalfi IGP Angelo Amato hanno discusso del tema, infatti, con il presidente della conferenza sindaci Costa d’Amalfi Fortunato Della Monica primo cittadino di Cetara, Giuseppe Capriolo dirigente Crea Campania. Carlo De Riso, presidente OP Costieragrumi, Nicola Caputo, assessore all’agricoltura della Regione Campania. Le conclusioni del sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura Luigi D’Eramo.

Parole di solidarietà sono arrivate dai numerosi sindaci presenti che hanno mostrato il loro senso di unione e coesione, oltre a sollevare diverse problematiche. Presenti i primi cittadini di Amalfi Daniele Milano, insieme al vicesindaco Matteo Bottone, di Minori Andrea Reale, di Ravello Paolo Vuilleumier, di Atrani Michele Siravo, di Tramonti Domenico Amatruda, di Scala Ivana Bottone. Mentre Chiara Gambardella è stata in rappresentanza del sindaco di Maiori Antonio Capone.

Sono tre le zone della Divina in cui le piantagioni di limone sono maggiormente colpite da quella che è una vera e propria patologia: in particolare, a soffrire maggiormente sono le aree comprese tra Pucara di Tramonti e Maiori, la zona compresa tra Maiori e Minori e quella nei pressi di Conca dei Marini. 40 gli ettari di piantagioni complessivamente infestati dalla spora che causa il malsecco.

Una volta individuata la problematica è, tuttavia, necessario guardare alle possibili soluzioni da adottare. Non di semplice individuazione le pratiche principali da eseguire nei limoneti: c’è sicuramente quella della messa a punto di un impianto frangivento che ha la capacità di evitare la dispersione del fungo alle piante contigue.

“Ci sono alcune lavorazioni di uso comune che devono essere ridotte al minimo. A cominciare dalle lavorazioni del suolo, utili per limitare i danni all’apparato radicale. La potatura deve avvenire a temperature superiori ai 25° e con strumenti sanificati. Facendo seguire a questa fase quella della disinfettazione con prodotti fitosanitari a base di rame” spiega il direttore di Coldiretti Salerno Vincenzo Tropiano.

Presente anche l’onorevole Aurelio Tommasetti, consigliere regionale e già Rettore dell’Università degli Studi di Salerno.

Fra le principali direttive occorre sottolineare – hanno precisato da Coldiretti – che sulle piante malate occorre tagliare le porzioni legnose fino a 20 cm sotto i sintomi evidenti, applicando applicazioni specifiche di prodotti fitosanitari per la copertura dei tagli.

Maiori

Avendo cura di aggiungere prodotti che consentono la maggiore persistenza della sostanza attiva sulla corte d’infezione. Di fondamentale importanza è l’asportazione completa e attenta di tutto il materiale vegetale al fine di ridurre la sorgente d’inoculo del patogeno.

La gestione dei residui risulta un punto molto importante per ridurre la dispersione dell’inoculo del patogeno. Nei periodi in cui la bruciatura non è consentita, si consiglia di trasportare i residui di potatura prodotti in un luogo compatibilmente lontano dal limoneto, depositati su di un telo di materiale plastico e coperti con accuratezza con un film plastico trasparente (meglio se con elevate proprietà termiche), in attesa di poter effettuare la bruciatura dei residui.

L’evento è stato preceduto dall’inaugurazione del Limoneto del Marchese Mezzacapo e dell’orto botanico: uno spazio, quest’ultimo, che andrà ad arricchire ulteriormente l’offerta formativa del vicino asilo nido comunale, eccellenza inaugurata nello scorso ottobre alle spalle di Palazzo che oggi ospita il Palazzo di Città e dei suoi giardini.