L’abbandono dei terrazzamenti è la prima causa del mal secco nei limoneti in Costiera Amalfitana. Parola di Antonio Acampora, esperto agronomo che sviscera origini, cause e caratteristiche fondamentali della patologia più temuta dai coltivatori di limoni.
In questa prima fase estiva, secondo l’agronomo, è necessario effettuare la potatura. Un ruolo centrale nella diffusione della malattia lo giocano anche i residui, in cui la spora può sopravvivere anche per anni e, di conseguenza, diffondersi ad altre coltivazioni limitrofe, con l’ausilio del vento.
Dottor Acampora, in quale periodo dell’anno ha origine il mal secco?
“Non appena si creano ferite che possono essere dovute alle operazioni colturali di agosto e settembre, o durante grandinate o giornate particolarmente ventose, il fungo entra all’interno della pianta“.
Il vento gioca un ruolo importante?
“Il ruolo del vento è chiave, ma dev’essere forte per la creazione delle ferite attraverso cui il fungo si propaga. Il vento gioca, invece, un ruolo nella diffusione dei funghi della malattia da una parte all’altra, nelle brevi distanze: non soltanto da un terrazzamento all’altro ma anche da un paese all’altro della fascia costiera. Sulle lunghe distanze, invece, è opera dell’uomo in quanto, inconsapevolmente, l’attività umana porta a volte masse malate ed infette. La forma più comune del danno è la comparsa di clorosi delle nervature fogliari, essiccamento di germogli e foglie, ed un rapido diffondersi della malattia verso il basso, fino a coinvolgere tutta la pianta“.
Ma quali sono gli interventi agronomici per ridurre la portata della malattia?
“Innanzitutto va effettuata la potatura, nella tarda primavera o all’inizio dell’estate, quando i sintomi della malattia sono evidenti e c’è la possibilità di ridurre l’insorgenza di nuove infezioni. Le lavorazioni meccaniche del terreno aumentano il rischio di infezioni radicali e quindi sono da evitare, così come le concimazioni azotate che incrementano le infezioni da mal secco“.
Eradicare il malsecco, localmente, è possibile?
“Soltanto estirpando le piante infette o bruciando i rami secchi. Attenzione anche ai residui: le spore al loro interno possono sopravvivere anche per anni ed infettare le piante circostanti. A preoccuparci dunque, è soprattutto l’abbandono dei terrazzamenti, che può facilitare questo tipo di situazione“.
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