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Carnevale Maiori, fieristi insorgono sulle tariffe per l’occupazione del suolo pubblico

Fino a settanta euro al giorno per l’occupazione del suolo pubblico sul territorio di Maiori. Monta la protesta, da parte degli ambulanti appartenenti ai fieristi autonomi campani. La nota: “Chi propone queste tariffe forse vive in un’altra dimensione?“. Alcune postille di una querelle poco chiara.

A Maiori il Carnevale parte tra i dissapori. Sono quelli tra gli ambulanti, che costellano lungomare e corso Reginna, e l’ente. I primi, infatti, chiedono agli amministratori delucidazioni sulla tariffa per l’occupazione del suolo pubblico.

Ad inasprire la polemica c’è la spesa, relativa proprio al pagamento della tariffa per poter praticare la vendita di gadget e attrazioni riconducibili al Carnevale.

Un bollettino, pubblicato su Facebook, sul quale sono riportati unicamente i dati dell’ente. Che, però, non precisa né il periodo d’interesse – 413 euro, sì, ma per quanto tempo? – né il luogo dove gli ambulanti praticheranno le vendite. L’intervallo di tempo potrebbe essere relativo alla settimana del Carnevale ma – al momento – non sono arrivate ulteriori comunicazioni ufficiali da parte dei Fieristi Autonomi Campani, coordinati da Giuseppe Pinto.

E se c’è chi, via social, annuncia iniziative di protesta, vien da sé che la questione vada approfondita e chiarita al più presto. Un blackout comunicativo tra le parti che, al momento, non fa altro che aumentare i dubbi.

Certo il regolamento comunale non può essere modificato in corso d’opera. Le tariffe, inoltre, non sembrerebbero aver subito aumenti negli ultimi anni. Almeno dal 2016, come si legge nel documento del 2022.

“Il canone si applica sulle misure di base definite nella delibera di approvazione delle tariffe, così come disposto dall’art. 1, comma 817, legge n. 160 del 2016, si legge nell’ultima delibera.

Da chiarire, infine, la posizione di commercio degli ambulanti. Perché l’area del lungomare è di competenza demaniale in concessione al comune di Maiori. Pagando al comune, l’area va infatti in concessione all’ente, che poi invierà i soldi alla Regione. Da Palazzo Santa Lucia, infine, i soldi vanno al Demanio. Quindi, sul costo finale, l’ente non potrebbe rispondere.

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