Un trattamento di serie B per gli alunni delle periferie che si avvalgono del servizio di trasporto scolastico. E’ quanto denunciano, a Maiori, in una lettera i membri del comitato civico “Cambiamo Rotta”.
I genitori, infatti, hanno segnalato che gli studenti che usufruiscono di questo servizio sono costretti, mediamente, a lasciare le lezioni con un anticipo di venti o addirittura, in alcuni casi, anche venticinque o trenta minuti.
Come si legge anche nell’orario del plesso scolastico maiorese, infatti, per gli allievi che usufruiscono del Bus scolastico nella città di Maiori l’uscita è prevista alle 12.40, anzichè alle 13, orario ordinario di fine delle lezioni.
Per le madri ed i padri dei bambini che vivono nelle periferie di Maiori, stando a quanto si legge nella lettera del comitato, si tratta di una vera e propria lesione di un diritto fondamentale, ovvero quello di assistere alle lezioni nella loro interezza.
L’abbandono, ogni giorno, delle aule da parte degli studenti venti minuti prima della loro conclusione non solo non consente loro di assistere a tutte le spiegazioni e, spesso, di ricevere l’assegno, ma conduce anche, alla lunga, a “saltare”, di fatto, fino a tredici giorni di scuola complessivamente.
“Nonostante l’impegno dei professori a venire incontro alle esigenze – commentano i membri di Cambiamo Rotta – non riteniamo giusto che i nostri figli paghino lo scotto di scelte politiche e amministrative. La scuola scarica le responsabilità al Comune. Avete voluto che pagassimo il trasporto scolastico e lo stiamo facendo ma pretendiamo un servizio adeguato ed efficiente. Avete voluto relegare tutti gli studenti in un solo plesso, non tocca ai nostri figli pagare le conseguenze“.
Si tratterebbe, dunque, in altri termini, di criticità ingiustificabili secondo i genitori dei ragazzi, che andrebbero immediatamente arginate.
“L’anno scorso eravamo in emergenza, l’emergenza quest’anno è finita così come anche la nostra pazienza – concludono – A noi non interessano le responsabilità, non interessano gli accordi tra amministratori e società di trasporto e pensiamo che neppure la scuola possa lavarsene le mani, troppo comodo! A noi interessa che il diritto allo studio venga garantito in egual misura e che i nostri figli non subiscano discriminazioni“.
