Annamaria Parlato, giornalista enogastronomica, alza ancora una volta il nome della sua Maiori con la sua “Guida a centoventi locali di Salerno e provincia”.
Questa accurata e sincera guida enogastronomica guida il lettore buongustaio con mano attraverso le strade della Costa d’Amalfi, del Cilento, quelle di Salerno per arrivare ad abbracciare anche la Valle dell’Irno, l’Agro Nocerino-Sarnese, la Valle di Diano arrivando ai Piacentini.
Il punto di arrivo di questo viaggio intrapreso sotto la guida di Annamaria Parlato sono trattorie, ristoranti, osterie dove vivere un’esperienza unica all’insegna del gusto, della qualità, dell’accoglienza.
La Guida è alla prima edizione, ma segna in realtà un itinerario che si prolunga da ben 10 anni fatto di articoli, recensioni, approfondimenti su testate, emittenti radiofoniche e televisive, ma soprattutto di tanto studio e tanta passione per il nostro patrimonio enogastronomico. Passione che è evidente all’interno delle 120 schede che compongono la Guida.
Questa è suddivisa in territori e si presenta con una grafica pulita e intuitiva realizzata da Luciano Striani: ogni legenda mostra i contatti con numero di telefono e indirizzo, gli orari di chiusura e apertura, l’eventuale presenza di servizi, un breve testo descrittivo in cui si sintetizzano peculiarità e pregi del locale, un sito culturale da visitare nei dintorni e infine il suggerimento dei piatti da assaggiare corredati da prezzo indicativo.
La Guida inoltre è arricchita dalla prefazione del giornalista e scrittore salernitano Andrea Manzi, fondatore e direttore del quotidiano La Città, del Quotidiano del Sud edizione di Salerno, di SalernoSera, caporedattore al Mattino, vicedirettore del Roma; dall’inchiesta sulla pizza, “glocal food” nella geografia interculturale dei sapori a cura della Silvia Siniscalchi, ordinario di Geografia presso l’Università di Salerno e dall’approfondimento sulla pizza ammaccata cilentana di Maura Ciociano, avvocato e dottoranda di ricerca presso l’Università di Napoli Federico II.
Ma la Guida non è solo questo, si offre anche come un incentivo a migliorare gli standard qualitativi e sarà un’opportunità di crescita per tutte le attività ristorative.