Alla vita tumultuosa e al contempo geniale di Srinivasa Ramanujan è ispirato il film L’uomo che vide l’infinito.
Srinivasa Ramanujan è nato il 22 dicembre 1887 a Erode, una città nel Tamil Nadu, in India. Fin da giovane, ha dimostrato un eccezionale talento per la matematica. All’età di 10 anni, si iscrisse alla scuola superiore di Kumbakonam, dove entrò in contatto con i concetti matematici per la prima volta. A 11 anni, Ramanujan era già all’altezza degli studenti più anziani della sua scuola e aveva padroneggiato la trigonometria avanzata.
Il suo genio matematico si manifestò a 14 anni quando ottenne certificati di merito e premi accademici in tutti gli anni scolastici. Dimostrò anche la sua abilità organizzativa aiutando la sua scuola nella logistica necessaria per assegnare i 1.200 studenti ai trentacinque insegnanti. Mostrò una notevole familiarità con le serie infinite e completò gli esami con una rapidità sorprendente.
Dopo il matrimonio, Ramanujan si trovò nella necessità di trovare un lavoro per sostenere sé stesso e la sua famiglia. Raccolse i suoi appunti matematici e si trasferì a Chennai, sperando di trovare un impiego come impiegato. Nonostante i suoi sforzi, Ramanujan non riuscì ad ottenere una sponsorizzazione o il sostegno finanziario necessario per dedicarsi completamente allo studio della matematica.
Fu durante questo periodo che scrisse una lettera a tre professori di Cambridge: H. F. Baker, E. W. Hobson e G. H. Hardy. Nella lettera, Ramanujan presentava una lunga lista di teoremi complessi che affermava di poter dimostrare. Solo Hardy, membro del Trinity College di Cambridge, riconobbe la genialità dei teoremi di Ramanujan, mentre gli altri due non risposero.
Hardy, insieme al suo collega Littlewood, esaminò la lettera di Ramanujan e rimase stupefatto dalla profondità e originalità delle sue scoperte matematiche. Hardy commentò che “un singolo sguardo era sufficiente a mostrare che [le formule di Ramanujan] potevano solo essere state scritte da un matematico di altissima classe”. Hardy decise di portare Ramanujan in Inghilterra per lavorare con lui a Cambridge.
L’incontro tra Ramanujan e Hardy a Cambridge fu il punto di partenza di una collaborazione fruttuosa e di grande importanza per entrambi. Hardy descrisse la loro collaborazione come “l’unico episodio romantico della mia vita”. Nonostante la differenza di formazione accademica, i due matematici si completavano a vicenda, lavorando insieme su problemi matematici complessi e pubblicando importanti risultati.
La fama di Ramanujan crebbe rapidamente e fu nominato membro del Trinity College e membro della Royal Society, la massima onorificenza nella scienza. Hardy affermò che la scoperta di Ramanujan è stata il suo più grande contributo alla matematica e lo paragonò a giganti come Eulero e Jacobi in termini di genialità.
Nonostante il successo professionale, la vita di Ramanujan fu segnata da problemi di salute. La sua costante dedizione allo studio e la lontananza dalla sua terra natale presero un pedaggio sulla sua salute fisica e mentale. Fu diagnosticato con la tubercolosi e una grave carenza di vitamine. Lontano dalla sua famiglia e tormentato dallo stress, Ramanujan vide le sue condizioni fisiche peggiorare ulteriormente.
Nel 1919, Ramanujan decise di fare ritorno in India, nella sua città natale di Kumbakonam. Purtroppo, la sua salute continuò a deteriorarsi e morì poco dopo il suo ritorno, il 26 aprile 1920, all’età di soli 32 anni.
Sua moglie, S. Janaki Ammal, visse fuori da Chennai fino alla sua morte nel 1994. Janaki aveva solo nove anni quando si sposò con Ramanujan, una pratica comune in India all’epoca. Durante la sua vita, Janaki fu un punto di sostegno e supporto per Ramanujan, e dopo la sua morte, mantenne viva la memoria del suo genio matematico.
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