Limoni fuori calibro, decisamente più grandi delle loro normali dimensioni, scavati al loro interno, ricchi di protuberanze, o, ancora, dalle forme insolite, addirittura simili ad un corno.
Chi visita la Costa d’Amalfi, così come chi non ha particolare esperienza nel pollice verde, può restare decisamente colpito dinnanzi agli scatti di alcuni dei primissimi “sfusati” raccolti sul territorio, peraltro in anticipo rispetto al periodo tradizionalmente preferito per la raccolta, che va – nella maggior parte dei casi – da marzo inoltrato a luglio.

Le loro forme assolutamente insolite non sono, però, dovute all’inquinamento nè ai cambiamenti climatici ma, anzi – come sostengono due autorevoli personaggi del territorio a contatto, a vario titolo, in questo settore, testimoniano l’assoluta naturalezza del fenomeno.
Un ruolo importante nella determinazione delle forme assolutamente particolari di alcuni limoni raccolti lo ha, come sostiene il limonicoltore Salvatore Aceto, un insetto la cui presenza fu già censita nel 1937: l’acaro delle meraviglie (Eriophyes sheldoni).

“Si tratta di un insetto che si nutre di polline e nettare, che nel pungere il pistillo del fiore (che sarebbe il limone) ne deforma la crescita“, continua il coltivatore, che più volte ha segnalato come sia assolutamente fisiologico raccogliere o acquistare in Costiera Amalfitana limoni dalle forme non convenzionali.
“La natura non è una fabbrica – aggiunge il presidente dell’Associazione L’Innesto Secondo Squizzato, che si pone la mission di riunire, rappresentare e formare all’agricoltura biologica ed a quella biodinamica i piccoli e piccolissimi coltivatori della Divina – Basta un’impollinazione diversa o l’essere stretti tra due rami per generare dei frutti dalle forme differenti rispetto a quelle tradizionalmente conosciute. Poi, del resto, ci sono varietà di limoni diversi di per sè, come quelli simili ai cedri, in cui la parte bianca è di dimensioni più cospicue. Ma non c’è nessun fenomeno particolare da osservare“.

Continua, dunque, regolarmente, la raccolta delle “primizie“, liddove possibile, da parte dei limonicoltori del territorio. Anche in questo caso, è la natura a dettare il suo calendario, in un territorio che, non a caso, è patrimonio mondiale dell’Umanità e riserva mondiale della biosfera.
“Conta il luogo esatto della coltivazione nel determinare quando quest’ultimo potrà essere raccolto, considerato che fino a poco più di due settimane fa non c’era stato freddo intenso. Oggi ci sono già alcuni limoni che sono pronti per essere immessi sul mercato”, ha proseguito sul punto Squizzato.
“Nelle zone meglio esposte al sole alcuni limoni sono già pronti, ma è il periodo primaverile ad essere quello canonico per la raccolta – ha concluso l’ex sindaco di Cetara – Non è soltanto una questione di colore ma anche di dimensioni: esistono varietà la cui maturazione è più o meno evidente, e spesso se ne trovano svariate all’interno di uno stesso fondo“.
