“Chi vuole limoni caduti freschi, venga da noi armato di buste o secchio e si prenda quello riesce a portarsi!“.
Ha scelto di trasformare la “cascola” in un’occasione di generosità, un male in un bene il limonicoltore Salvatore Aceto, donando liberamente i limoni caduti a terra nel suo appezzamento in Valle dei Mulini.
Ad una condizione: che siano freschi e in condizioni organolettiche buone: del resto, un occhio esperto può senz’altro riconoscerli. Sono caratteristiche, queste ultime, che, del resto, distinguono molti agrumi che cadono a terra, specie se in terreni ben curati e coltivati secondo metodi biologici, come una parte consistente di quelli della Costa d’Amalfi.
Un’iniziativa, quella di Aceto, che se, da un lato, è solidale a tutti gli effetti, e rientra nella vocazione al turismo esperienziale della sua piccola azienda, dall’altro testimonia anche il crollo del valore di mercato del limone sfusato amalfitano Igp.
In seguito all’ondata di caldo in corso, infatti, il prezzo praticato, come evidenziato da Confagricoltura in una nota di ieri, è crollato dai 2-2,50 euro al chilo tradizionalmente applicato nei mesi di luglio ed agosto, agli attuali 60-70 centesimi. In buona parte, anche a causa della “cascola”, la raccolta non viene effettuata ed i frutti restano invenduti.
“Chiediamo solo educazione e rispetto per piante e frutti ancora sull’albero”, ha concluso, poi, Aceto nel rivolgere l’invito a tutti coloro che scelgano presso il suo terreno di raccogliere i limoni non destinati alla vendita.
Molte sono, infatti, le piante di limone che, specie nei terreni non particolarmente irraggiati e che soffrono meno le alte temperature, ancora conservano i frutti.
