La Campania, si sa, è terra di limoni: questo frutto è divenuto, nei secoli, uno dei cardini della sua identità. Un vero e proprio simbolo associato agli angoli più belli della nostra regione, ed associato, in particolare, alla Costiera Amalfitana, alla Penisola Sorrentina ma anche all’Isola di Procida.
In tutte le tre zone, infatti, si è sviluppata una rilevante produzione dell’oro giallo campano: in due di queste, la Costiera Amalfitana e la Penisola Sorrentina, il limone può fregiarsi anche dell’Indicazione Geografica Protetta, regolata da un apposito disciplinare di produzione.
Anche nella più piccola delle isole campane, Procida, c’è una varietà di limone locale che, seppur meno conosciuta e “tutelata”, è apprezzabile per alcune caratteristiche organolettiche molto particolari che la differenziano notevolmente.
In molti apprezzano i limoni campani: tra di loro vi sono analogie (molte) e differenze (non tantissime, ma comunque presenti). Con tutte le precauzioni del caso, in quanto queste spesso sono più smussate del solito, ma anche perchè ogni coltura presenta, un po’ come i “cru” dei vigneti, le sue particolarità, proviamo a scoprirle.
Il limone della Costiera Amalfitana, classificabile come femminello sfusato, presenta una buccia di spessore medio e di colore giallo chiaro, ricca di oli essenziali e terpeni. La sua polpa è succosa e moderatamente acida, con scarsa presenza di semi (dai 4 ai 10 semi per frutto). Si presenta di dimensioni medio-grosse (dai 100 ai 120 grammi per frutto) ed è ricco di vitamina C.
Il femminiello sorrentino è detto anche “Ovale di Sorrento”: presenta dimensioni medio-grandi, forse leggermente inferiori rispetto al suo “fratello” amalfitano. Ciascun limone, infatti, non pesa meno di 85 grammi. La polpa è di color giallo paglierino con un succo altamente acido (più di quello amalfitano, che lo è ma in misura più moderata) ed è ricco di vitamina C. La buccia ha uno spessore di media entità: è particolarmente profumata per la ricca presenza in oli essenziali, ed è di colore giallo citrino. Il limone di Sorrento è quello prodotto in volumi maggiori tra le varietà campane.
Il frutto, di pezzatura medio-grande, si presenta con una buccia grossa di colore giallo chiaro: ha dimensioni decisamente maggiori rispetto a quelle dei suoi fratelli più noti in Campania. Per via della sua (relativa) dolcezza, non a caso, è chiamato anche limone “e’ pane”. Frutti di questo genere sono presenti anche in alcune colture della Costiera Amalfitana. Il loro profumo è intenso e il succo gradevolmente acido. Si presta anche ad essere degustato all’insalata.
Anche il limone dei Campi Flegrei, più simile, per le sue caratteristiche, a quello di Procida, è stato di recente incluso, affiancandolo, nell’elenco regionale dei Pat (Prodotti agroalimentari tradizionali).
“Lo sfusato ha dimensioni sensibilmente maggiori rispetto all’ovale, mentre decisamente più grande è quello di Procida – commenta l’agronomo Antonio Acampora – Sul contenuto in termini di olii essenziali ne ha in più certamente lo sfusato, mentre l’ovale, anch’esso molto aromatico, ha un succo leggermente più acido“.
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