E’ tornato a Ravello Giuseppe Lima, ritenuto colpevole dell’omicidio di Patrizia Attruia, avvenuto tra il 26 ed il 27 marzo del 2015: sconterà un periodo di un anno ai domiciliari per motivi di salute. Lo si legge su “Il Quotidiano della Costiera”.

Il ritorno a Ravello dell’uomo è stato dovuto alla necessità di curarsi, per via delle sue condizioni di salute abbastanza precarie. Stando a quanto si legge sul “Quotidiano della Costiera”, inoltre, il giudice avrebbe concesso la detenzione domiciliare al Lima presso la casa di uno dei due fratelli, da cui potrà uscire soltanto per sottoporsi alle visite ed alle terapie necessarie.

Lima fu responsabile dell’omicidio della sua donna insieme alla sua amante, Enza Dipino.

Il delitto, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, ebbe una matrice amorosa: Patrizia Attruia, infatti, avrebbe sorpreso Giuseppe Lima, con cui conviveva, intrattenersi con la sua nuova amante, Enza Dipino, anch’ella complice nell’omicidio.

La Dipino, in base alle prime ricostruzioni, era stata indiziata di aver avuto un ruolo primario nell’uccisione della Attruia: Lima, infatti, cercò di scaricare quasi interamente sulla donna le sue responsabilità.

Giuseppe Lima fu condannato in via definitiva agli inizi di Maggio del 2021, dai giudici della Settima sezione penale della Cassazione a ben 13 anni, 4 mesi e 10 giorni di reclusione per l’omicidio della donna.

Quella di Giuseppe Lima fu un’ammissione tardiva, per via della quale fu respinto il suo ricorso.

Il delitto della Attruia divenne noto come “l’omicidio della cassapanca”, in quanto gli imputati chiusero il corpo della donna assassinata in un mobile; e proprio questo motivo valse al Lima perfino una condanna per occultamento di cadavere.

Lima è stato condannato, in via definitiva, a 13 anni, 4 mesi e 10 giorni di reclusione. Una condanna a cui è stata riconosciuta la maggiore gravità per la sua indole giudicata dall’ex moglie e dalle figlie violenta e aggressiva.