Lello Arena e Massimo Troisi hanno avuto un rapporto di grandissima amicizia. Arena, infatti, ha custodito la verità sulla malattia del regista per decenni.
Una profonda amicizia segnata dall’arte
Lello Arena ha deciso di svelare il suo legame con l’amico e collega Massimo Troisi, un’amicizia nata sul palco e solidificata nel tempo. Nel libro ‘C’era una volta’, Arena rivela in prima persona i dettagli di questa relazione, dalla nascita fino all’addio doloroso. La loro storia è costellata da mille colpi di scena e accadimenti strani, come ricorda il comico napoletano ai microfoni dei Lunatici, su Rai Radio 2.
La loro amicizia iniziò in una recita parrocchiale, quando Troisi fu chiamato a sostituire un attore febbricitante. Questa singolare esibizione, che si trasformò in un’esilarante gag durata sei minuti, rappresentò il primo tassello di quella che sarebbe stata una straordinaria carriera teatrale e cinematografica.
Il successo e la malattia
La carriera di Troisi ed Arena si intreccia con quella di Enzo De Caro nel trio La Smorfia. “Abbiamo frequentato i teatri che frequentavano Gassman, Proietti, lo stesso Eduardo. Ci siamo tolti degli sfizi di gran livello,” ricorda Lello Arena. Il loro successo era tale che i bagarini vendevano i loro biglietti a prezzi esorbitanti. “La nostra è una storia strana e bella,” dice Arena.
Tuttavia, una parte cruciale di questa storia riguarda la malattia di Troisi. Negli anni, si sono accumulate molte ipotesi e inesattezze, ma adesso Lello Arena decide di raccontare la verità. Secondo lui, la malattia di Troisi “non è mai stata un problema per noi“. A parte il tragico epilogo, la malattia non ha mai limitato Troisi. Infatti, secondo Arena, Troisi aveva un’energia inesauribile, che gli permetteva di stare in scena per ore, di giocare a pallone e di godere della compagnia delle donne, una delle sue passioni.
L’addio a Massimo Troisi
Troisi era non solo un artista straordinario, ma anche una persona di rara sensibilità. “Brillava di un colore suo, particolare e personale. Non ce n’era un altro come lui,” afferma Arena. Eppure, malgrado la consapevolezza del suo problema di salute, nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo così tragico e veloce.
Quando arrivò la notizia della morte di Troisi, Arena si trovava in un contesto festoso, a un saggio di ginnastica di sua figlia. Quel giorno i telefoni non smisero di squillare. Fu un momento terrificante che ha segnato profondamente Arena.
In ‘C’era una volta’, Lello Arena celebra l’arte, l’amicizia e la vita di Massimo Troisi. Un libro che ci invita a ricordare Troisi non solo come l’artista straordinario che è stato, ma anche come l’uomo eccezionale che era. Una figura luminosa, capace di risate e profondità, che, pur attraversata da una malattia, non ha mai smesso di vivere la sua vita con intensità.
La leggenda di Massimo Troisi
Attraverso le parole di Arena, si scopre un Troisi più autentico e più umano, lontano dalle luci del palco o delle telecamere. Troisi emerge come un uomo affascinante, che faceva girare la testa alle donne e divertire il pubblico, ma che nonostante tutto rimaneva sempre genuino e spontaneo.
“Abbiamo avuto donne che pagavano i portieri d’albergo per farsi trovare in camera nostra. Io avevo due avversari come Enzo e Massimo, potevo solo ritirarmi. Enzo era di una bellezza sconcertante, le prime file a teatro erano piene di ragazze che volevano solo vedere lui. Massimo aveva una bellezza diversa ma piaceva molto. Io facevo un po’ il fanalino di coda ma non avevo di che lamentarmi“, racconta Arena.