Il film che consigliamo di vedere, perché in America è diventato un “emblema” di moderne Robin Hood al femminile, è: Le ragazze di Wall Street.
La protagonista è stata interpretata da Jennifer Lopez arrivando ad avere perfino una candidatura all’oscar. Tuttavia i temi toccati sono molto forti. Le protagoniste sembrano delle “super cattive”, ma che in realtà derubano per riuscire a sopravvivere. Drammi personali di 4 spogliarelliste che si sono trovate a farsi giustizia da sole.
Qual è la trama del film: Le ragazze di Wall Street
L’intensità della trama di Le ragazze di Wall Street ci catapulta in un mondo che non è fatto di feste, divertimenti e di denaro, ma anzi in un mondo di cui ignoriamo l’esistenza. Donne obbligate, dalla vita, a spogliarsi per emeriti sconosciuti che chiedono il loro corpo, violenza, droghe e alcool. Tutto per riuscire a sopravvivere in una realtà di vita dove il legale non esiste.
In breve la trama di Le ragazze di Wall Street parla di 4 spogliarelliste che frequentano uomini ricchi e potenti, broker e truffatori di Wall street. Trovandosi poi senza soldi, a causa della crisi del 2008, decidono di passare da vittime a carnefici.
Ricattano i propri ex clienti, li derubano del denaro che essi hanno rubato ad onesti cittadini, per sfociare poi in altri mille problemi. In molti si chiedono se la trama di Le ragazze di Wall Street sia vera. Intanto sappiate che è diventato un film con incassi da record negli Stati Uniti.
Storia vera? Ve lo diciamo noi
Ebbene… qui termina la suspense! La pellicola di Le ragazze di Wall Street è una storia vera nata da un’indagine eseguita da una giornalista. L’articolo delle spogliarelliste che derubavano i truffatori, uomini d’affari di dubbia professionalità, venne pubblicato nel 2015 sul The New York Times.
Le donne erano realmente delle spogliarelliste che si sono dovute “arrangiare” dopo la crisi del 2008. Non diciamo che i metodi usati siano giusti perché comunque si parla di droghe, sesso, truffa ed estorsioni, ma le dichiarazioni e la notizia, riportata dalla giornalista Jessica Pressler, suscitarono interesse nel pubblico.
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Nella vita vera, queste icone di “giustizia autonoma”, si chiamano Samantha Barbash, di Reselyn Keo, insieme a Karina Pascucci e Marsi Rosen. Diventarono note in seguito ai tanti articoli che seguirono la prima inchiesta della Pressler, incarnando una sorta di “giustizia di massa”.
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Siccome l’articolo aveva suscitato scalpore, la giornalista Pressler, indagò e intervistò le donne. Tutte con problemi molto seri, costrette anche a prostituirsi per pochi dollari e trattate malissimo dai loro clienti. Quando poi si ritrovarono senza un soldo decisero di fare quello che i loro clienti facevano a migliaia di cittadini, derubarli.