Un grande Airbus A340-500, che, secondo quanto riferito da molte fonti, sarebbe in stato di abbandono, si trova di fronte al precedente hangar Alitalia presso l’aeroporto di Fiumicino.
Questo aereo, che era stato richiesto dal governo Renzi (e per questo il velivolo è stato chiamato “Air Bus Renzi”) e che era stato presentato dal Ministro dei Trasporti di allora, era destinato al trasporto dei componenti del governo per spostamenti internazionali di lungo raggio. Ma il cosiddetto Air Bus Renzi è fermo in quel luogo da cinque anni.
A quanto ammonterebbero i costi dell’Air Bus Renzi
In seguito all’arrivo del governo Conte, quest’ultimo scelse di annullare l’accordo con Etihad Airways. Da quel momento, l’Air Bus governativo è rimasto in questo stato presso l’aeroporto Leonardo Da Vinci. Secondo quanto rivelato da un’inchiesta portata avanti dal Corriere della Sera, l’intenzione originaria era quella di mettere a disposizione un velivolo di alta qualità per i membri del governo italiano.
Ma gli eventi successivi e i cambiamenti nella guida del Paese hanno portato all’attuale situazione dell’Air Bus, che adesso si trova senza un’assegnazione precisa per il futuro.
Secondo quanto riportato nel 2018 dall’ex Ministro Toninelli, l’Italia dovrebbe affrontare un pagamento di 150 milioni di euro nei successivi otto anni, una somma equivalente ad una media di 19 milioni di euro all’anno. Esaminando più attentamente i dettagli, emerge che la maggior parte di questa somma, cioè 81 milioni di euro, riguarderebbe il leasing.
Ci sarebbero poi i costi di manutenzione, che, secondo le fonti, ammonterebbero a 31 milioni di euro, mentre 12 milioni sarebbero destinati all’handling e 4 milioni sarebbero riservati alla formazione dei piloti.
I voli che sarebbero stati effettuati con l’Air Bus Renzi
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il costo per ora di volo sarebbe di almeno 2.500 euro. Ma sembrerebbe che i voli effettuati siano stati molto limitati, visto che mancherebbero, come spiegato dall’autore dell’articolo, quelli effettuati dal Presidente della Repubblica e da Gentiloni, all’epoca Presidente del Consiglio.
Dall’analisi del Corriere della Sera, emerge che ci sarebbero stati solamente tre viaggi che sarebbero stati organizzati dall’allora sottosegretario allo sviluppo. Si tratterebbe, secondo il quotidiano, di un viaggio a L’Avana, di un altro in Pakistan e di un viaggio a New Delhi e Mumbai.
Il governo Conte ha comunicato la revoca dell’accordo. È stato reso noto che l’intesa prevedeva la spesa di 150 milioni di euro per un affitto di otto anni dell’aereo, compreso un costo aggiuntivo di 20 milioni per la sua riconfigurazione.