Lavorava in nero il 21enne deceduto nel pomeriggio di venerdì in un grave incidente avvenuto a Scafati, in provincia di Salerno, mentre era impegnato nella ristrutturazione di uno stabile sito in pieno centro. Il giovane è la terza persona deceduta sul lavoro in provincia dall’inizio dell’anno: proseguono le indagini sull’accaduto.

A denunciarlo, come scrive l’agenzia di stampa Ansa, sono gli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, che assistono la famiglia del giovane lavoratore. Secondo le prime ricostruzioni il giovane è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando.

L’unica cosa della dinamica che abbiamo saputo – spiegano i legali all’Ansa – è che Panariello era giù e un altro lavoratore era su quando gli è caduta addosso la lastra, e che era ancora vivo mentre lo portavano in ospedale“.

Siamo morti insieme al nostro Alessandro – fanno sapere tramite gli avvocati i genitori e la fidanzata del giovane scomparso – ma faremo di tutto affinché giustizia venga fatta; sporgeremo querela contro il datore di lavoro, anche perché il povero Alessandro non era regolare, nonostante avesse sempre chiesto di avere un contratto di lavoro. Ora la nostra vita è cambiata per sempre. Saremo destinati ad andare avanti con la morte nel cuore perché niente e nessuno potrà restuirci il nostro Alessandro“.

Il 21enne, nonostante la sua giovane età, contribuiva al mantenimento della sua famiglia. “Queste morti – ha proseguito l’avvocato Caracciolo – accadono perché non c’è la giusta cultura sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, non c’è la giusta cultura nelle aziende e non si provvede all’adozione dei giusti modelli di gestione e controllo delle procedure aziendali e quindi del modo di lavorare. Dunque non si fa nulla per prevenire tali situazioni; si tratta di un problema soprattutto culturale che nel sud Italia è ancora più pesante