Sull’eredità di Gina Lollobrigida sono nate nei mesi scorsi tante discussioni. Sulla questione si è aperta una complessa vicenda giudiziaria.

Andiamo a scoprire nel dettaglio quanto vale l’eredità dell’artista.

Vita privata di Gina Lollobrigida

Nel gennaio 1949 sposò sul monte Terminillo di Rieti il medico sloveno Milko Škofič e nel luglio 1957 ebbero un figlio, Andrea Milko Škofič. Nel 1971 divorziò dal marito, da cui viveva separata da almeno 5 anni.

Ad ottobre 2006 dichiara alla rivista spagnola ¡Hola! l’intenzione di sposarsi, dopo una relazione tenuta segreta per più di vent’anni, con l’imprenditore spagnolo Javier Rigau: lei ha 79 anni, lui 45.

Il 26 marzo 2011 il quotidiano spagnolo El Mundo rilascia la notizia che la diva si sia segretamente sposata con Rigau a Barcellona nel novembre del 2010, sebbene nel registro civile della città catalana non vi sia riscontro del matrimonio.

In seguito l’attrice dichiarerà di essere stata sposata con l’inganno attraverso una falsa procura da lei firmata, e la vicenda arriverà fino in tribunale. Successivamente tale matrimonio è stato annullato dalla Sacra Rota.

Gina Lollobrigida: eredità

Anche se non è stata quantificata con esattezza quale sia il valore del patrimonio di Gina Lollobrigida si tratta di una cifra pazzesca.

Case, appartamenti, quadri e gioielli custoditi gelosamente dal valore difficilmente stimabile ma che fanno gola a tanti.

Solo qualche mese fa l’amministratore di sostegno di Gina Lollobrigida è stato autorizzato a prelevare dalla sua abitazione gioielli, quadri, mobili, lampadari, affinché vengano riposti in un caveau.

Una scelta, a detta dei giudici, necessaria per tutelare il patrimonio dell’artista. Quest’ultima, però, ha espresso tutto il suo disappunto attraverso una nota stampa.

La signora Gina Lollobrigida ha appreso che su richiesta dell’amministratore di sostegno ed a sua insaputa, è stato emesso tale provvedimento dal giudice. Si tratta di una iniziativa assurda che la priva della possibilità di godere dei beni che da sempre arredano la casa, costringendola a vivere nella sua abitazione, in una inevitabile condizione di precarietà e disagio. La priva dei suoi ricordi, degli oggetti che l’hanno accompagnata nel corso della sua vita”.

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