Il nome di Sonia Bracciale compare da ormai molti anni nella cronaca nera e la sua storia ha profondamente segnato l’opinione pubblica. La donna è stata accusata di essere la mandante dell’omicidio del suo ex marito. Scopriamo insieme cosa è successo quel fatidico 2012.
Sonia è una ragazza comune, nata nel 1975 a Brindisi e proviene da una famiglia umile. Durante una vacanza in Puglia, a soli 17 anni, conosce colui che diventerà suo marito: Dino Reatti. Siamo nei primi anni Novanta quando i due, grazie ad un amico in comune, si conoscono per la prima volta e scatta immediatamente la scintilla. Per un anno vivono la loro storia d’amore a distanza, ma non appena Sonia giunge alla maggiore età, raggiunge il suo amore in Emilia Romagna dove vanno a convivere in un casolare in affitto.
La Bracciale subito dopo essersi trasferita nella nuova città, trova subito impiego come guardia giurata presso un istituto privato di vigilanza. La coppia vive un’importante storia d’amore, caratterizzata da passione e momenti piacevoli, ma negli anni Duemila qualcosa comincia a non funzionare più. Decidono quindi di separarsi anche se continuano a vivere nella stessa casa.
Arriviamo così al 2012 quando Sonia conosce un altro uomo che risponde al nome di Thomas Sanna di cui se ne innamora follemente. In attesa della formalizzazione del divorzio con il marito, la Bracciale frequenta l’amante e ogni tanto trascorre la notte a casa sua. A giugno di quello stesso anno, Dino Reatti muore e ad essere condannato non ci saranno solo i due uomini che hanno compiuto il gesto, ma anche Sonia.
E’ inizio estate, precisamente il 7 di giugno del 2012, quando Dino fa rientro a casa dopo aver trascorso una serata in compagnia degli amici. Non fa nemmeno in tempo a scendere dalla macchina quando due uomini lo aggrediscono a colpi di sprangate e mentre Dino si accascia per terra, i due aggressori scappano.
Sonia si trova in casa e quando si accorge di quanto è successo, esce subito di casa per soccorrerlo e chiama sia i carabinieri che l’ambulanza. Purtroppo, per Dino Reatti non c’è molto da fare perché qualche ora dopo muore in ospedale. Nonostante avesse tentato di difendersi, l’ex marito della Bracciale non ha potuto fare nulla di fronte a due uomini armati di spranga.
Le forze dell’ordine iniziano subito le indagini per trovare i due responsabili del fatto e arriveranno con facilità a Thomas Sanna e Giuseppe Trombetta, rispettivamente amante e amico di Sonia. Durante gli interrogatori sarebbe stato Giuseppe a pronunciare una frase che ha incastrato Sonia. Ha infatti detto che la donna, stufa dei maltrattamenti dell’ex marito, avrebbe detto di “dargli una lezione”. Spiegherà in un secondo momento che l’intento non era quello di ucciderlo, ma di spaventarlo.
Mentre i due uomini sono stati trattenuti, Sonia si è sempre professata innocente, ma la Corte d’Assise nel 2015 l’ha condannata ad un risarcimento di 140 mila euro nei confronti delle due ex cognate. Inoltre, ha stabilito che dovrà scontare una pena di 21 anni presso il carcere in quanto ritenuta la mandante dell’omicidio dell’ex marito.
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