Sergio Endrigo è stato un personaggio di spicco nel panorama musicale italiano, una figura emblematica della scena cantautorale e una voce inconfondibile capace di creare capolavori senza mai cedere alle pressioni della musica commerciale. Scopriamo di più sulla sua vita, la carriera e il lascito che ha regalato al mondo della musica.

L’inizio della carriera

Sergio Endrigo nacque il 15 giugno 1933 a Pola, in Istria, figlio di un pittore e scultore. Crebbe nella penisola croata finché le conseguenze della Seconda guerra mondiale non lo costrinsero a lasciare la sua città natale. Si trasferì quindi a Brindisi e poi a Venezia.

Nonostante le difficoltà economiche, Endrigo non rinunciò mai alla sua passione per la musica. Iniziò a suonare la chitarra e, grazie al suo talento innato, venne ingaggiato come cantante e contrabbassista in diverse orchestre. Nel 1960 firmò un contratto con la Dischi Ricordi e iniziò a scrivere le sue prime canzoni. Due anni dopo, passò alla RCA e pubblicò “Io che amo solo te”, che con il tempo sarebbe diventata una delle sue canzoni più celebri.

Il successo e il Festival di Sanremo

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Dopo il successo del primo album, la carriera di Endrigo prese il volo. Apparve in diversi film e, nel 1965, si unì alla Fonit Cetra, preparandosi per la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo. Il 1968 segnò un momento cruciale della sua carriera quando vinse il Festival con “Canzone per te”, diventando il primo cantautore a conquistare il premio.

Endrigo partecipò all’Eurovision Song Contest sempre nel 1968, ma senza ottenere lo stesso successo. Tuttavia, continuò a registrare successi a Sanremo, ottenendo il secondo posto nel 1969 con “Lontano dagli occhi” e il terzo nel 1970 con “L’arca di Noè”. Partecipò al Festival anche nel 1973, 1976 e 1986.

L’eredità e la causa della morte

Endrigo continuò la sua carriera fino al 2000, anno della sua ultima tournée in America Latina. La sua vita e la sua carriera musicale furono interrotte prematuramente il 7 settembre 2005 a causa di un cancro ai polmoni. Morì a Roma e la sua salma è sepolta a Terni, nella tomba di famiglia.

La musica di Sergio Endrigo continua a vivere, risuonando nelle case e nei cuori degli appassionati. La sua dedizione alla musica e alla sua poetica, il suo impegno nel rimanere fedele alla sua arte nonostante le pressioni commerciali, lo rendono un faro per le nuove generazioni di cantautori. La sua eredità continua ad ispirare artisti come Morgan e molti altri, che vedono in lui un modello da seguire.