Sergio Caputo ha ottenuto un grande successo negli anni scorsi grazie alla sue canzoni e alla sua amata chitarra. Scopriamo che fine ha fatto.

Gli esordi e la carriera musicale

Nato a Roma il 31 agosto 1954, Sergio Caputo si fa conoscere nel mondo della musica italiana nel 1978 con un 45 giri dal titolo “Libertà dove sei/Giorni di festa”. La fama lo raggiunge negli anni ’80, grazie all’album “Un sabato italiano” del 1983. Con il suo stile pop-jazz e testi ironici, ma al contempo malinconici e inquieti, Caputo si impone come cantautore innovativo.

Nel 1984, l’artista pubblica l’album “Italiani mambo“, superando in termini di vendite il precedente. Collabora con Adriano Celentano, scrivendo per lui “Susanna”, un brano di punta dell’album “I miei americani“.

Collaborazioni e successi

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Sergio Caputo si distingue per la sua versatilità artistica, collaborando con musicisti di grande fama come il clarinettista-sassofonista Tony Scott e il batterista jazz Roberto Gatto. Al Festivalbar presenta “Italiani mambo“, una canzone che rimane tra le sue più famose.

Per far fronte alle numerose richieste di concerti, decide di formare una band per accompagnarlo in giro per l’Italia. A questo periodo risale la composizione di diverse canzoni che verranno poi registrate nell’album successivo, “No Smoking”, tra cui la celebre “L’astronave che arriva”.

Tra album e concerti

La carriera di Caputo è costellata di successi e tour. Nel 1987 partecipa al Festival di Sanremo con “Il Garibaldi innamorato“, e l’anno successivo pubblica “Storie di whisky andati”. Nel 1989, con la collaborazione del sassofonista inglese Mel Collins, incide “Lontano che vai”.

Negli anni ’90 continua a sfornare album di successo: “Sogno erotico sbagliato” (1990), “Egomusicocefalo” (1993) e “I Love Jazz” (1996). Durante questo periodo, si dedica a viaggi negli Stati Uniti e progetti musicali vari, tra cui la rivisitazione di brani del passato contenuti nell’album “Serenadas” (1998).

Da Roma alla California

Dopo il tour del 1998, Caputo si trasferisce in California, dove si dedica al jazz, esibendosi spesso con un quintetto. Nel 2003 pubblica un album strumentale, “That Kind of Thing”, nel quale esordisce come chitarrista jazz. Questo disco si distingue tra i più ascoltati nelle classifiche radiofoniche americane e vince l’award di Smooth Jazz.com come album indipendente più scaricato dell’anno nel 2005.

Oggi: cosa fa Sergio Caputo

Sergio Caputo continua a essere attivo nel panorama musicale. Dopo aver pubblicato una raccolta di brani acustici nel 2006, nel 2008 presenta il suo primo romanzo “Disperatamente (e in ritardo cane)”. Nel 2009 pubblica il singolo smooth-jazz “On a lonely night”, seguito da un album live, “La notte è un pazzo con le mèches”, che riceve un alto gradimento dal pubblico.

Nel 2013, Caputo celebra i trent’anni dall’uscita di “Un sabato italiano” con un remake dell’intero album intitolato “Un sabato italiano 30”, arricchito da due brani inediti. Due anni dopo, nel 2015, pubblica l’album “Pop, Jazz and Love”, e nel 2017 avvia una collaborazione con Francesco Baccini, che porta alla pubblicazione dell’album “Chewing Gum Blues”.

Dopo un’intensa attività live, registra il disco unplugged “Oggetti Smarriti”, che esce nel 2018, contenente tre inediti e un mix di brani del suo intero repertorio. A novembre 2019 pubblica un singolo, “Amo il mio nuovo look” e poi, nel dicembre dello stesso anno, l’album “Sergio Caputo en France”, nel quale ripropone molti dei suoi brani storici in lingua francese.