Di Andra Nicola Pio Galileo

La mattina di venerdì 20 la nostra città ha ospitato il C.F.A., ovvero: il Corso di Formazione Associativa. Questo evento, in realtà, non è l’unica occasione che permette agli associati all’Agesci di entrare a far parte delle varie equipe formative, ma è la penultima tappa di un percorso che prevede ben 4 step: il primo, il Tirocinio, accompagna un socio adulto dell’associazione all’interno della comunità dei Capi che inizia, quindi, un periodo di prova di 12 mesi; il secondo gradino è il C.F.T, “Campo Formazione Tirocinanti”: tutti gli adepti del territorio nazionale si trovano insieme per affrontare tematiche quali le scelte fatte dall’adulto, il Patto Associativo, la formazione personale, le peculiarità del servizio educativo e l’importanza della testimonianza, gli elementi fondamentali del metodo e l’entità associativa; il terzo momento di formazione è il C.F.M., “Campo Formazione Metodologico.

In questo iter i futuri capi scout si addentrano nella sostanza del metodo formativo offerto dall’associazione e delineano l’esigenza di edificare un proprio percorso personale che metteranno a disposizione dei giovani a loro affidati. Si prosegue con il sopracitato quarto step per poi giungere ad il quinto ed ultimo momento: “Il Brevetto”. Da qui in poi l’associazione, dopo un anno di formazione, nomina definitivamente i vari candidati come capi scout.

Ma perché impegnarsi così tanto per diventare capi?

Quella che potrebbe sembrare una perdita di tempo o una banalità è ,in realtà, la condizione giusta e necessaria che aiuta a formare generazioni di giovani che diventeranno, poi, gli uomini e le donne del futuro. I campi di formazione non vengono solo imposti dallo statuto associativo ma aderiscono al forte sentire degli associati della loro responsabilità, tipica peculiarità del futuro formatore scout.

La visita dei venticinque capi scout che hanno trascorso la mattinata ad Amalfi, accompagnati dai ragazzi del gruppo AMALFI I, si è trasformata in una memorabile esperienza, ricca di piacevoli scoperte nei luoghi storici e significativi della nostra Amalfi più bella: dal Chiostro Paradiso agli Arsenali dell’antica Repubblica, assieme al Museo Diocesano, la Cripta e l’immancabile visita alla Basilica Cattedrale.

Ad accompagnare i futuri capi c’erano: Vincenzo Piccoli, nostro conterraneo e Presidente nazionale dell’Agesci, la capo campo Iolanda e l’assistente di campo don Felice Moliterno, giovane sacerdote salernitano e insegnante di lingue classiche presso il seminario metropolitano San Giovanni Paolo II di Pontecagnano.

I partecipanti al campo, insieme ai loro accompagnatori, prima di recarsi al bus che li portava verso Agerola, hanno manifestato la loro più sincera gratitudine e il loro sentito apprezzamento ai giovani scout dell’Amalfi I, quest’oggi veri e propri ciceroni.

Tanto è stata la loro partecipazione che il presidente nazionale dell’associazione ha esteso al capo un invito di collaborazione. Questo momento è stato, per i Rover e non solo, bensì per l’intero gruppo e i loro capi scout, motivo di soddisfazione e di vanto.

Lo scoutismo mira a formare gli uomini e le donne del domani, esso propone una formazione legata alla crescita del carattere, della abilità manuali, alla cura della salute fisica e del servizio civico. Infatti, il fondatore Robert Baden-Powell diceva: «È qui dunque lo scopo più importante della formazione scout: educare. Non istruire, si badi bene, ma educare; cioè spingere il ragazzo ad apprendere da sé, di sua spontanea volontà, ciò che gli serve per formarsi una propria personalità».

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