Il film Saint Judy racconta la storia di Judy Wood, avvocatessa statunitense che, attraverso il suo impegno e la sua competenza in materia di diritto dell’immigrazione, ha contribuito a modificare la legislazione statunitense sull’asilo.
La pellicola si basa sulla vita reale di Judy Wood, con Michelle Monaghan nel ruolo della protagonista, e mette in evidenza il significativo impatto di questa donna. La trama si sviluppa a partire dal suo trasferimento a Los Angeles con il figlio, raccontando poi la sua esperienza lavorativa in un ufficio legale della città.
Il caso di Asefa Ashwari
Uno dei casi di rilievo che Judy Wood ha affrontato è quello di Asefa Ashwari. Il primo incarico come legale specializzata in immigrazione per Judy Wood è stato proprio questo. Asefa Ashwari era una donna afghana che è fuggita dal suo Paese dopo essere stata perseguitata per aver istituito una scuola femminile.
Judy Wood, che ha dovuto affrontare le difficoltà di essere una madre single, si è impegnata in confronti molto determinati sia dentro che fuori dall’aula giudiziaria restando accanto ad Asefa, superando insieme a lei dei momenti di grande difficoltà. La battaglia che le due donne hanno condotto ha raggiunto una fase determinante in un confronto davanti alla Corte d’Appello degli Stati Uniti, con una decisione che influenzerà il destino di Asefa e contemporaneamente anche quello di migliaia di donne in tutto il mondo.
L’impegno di Judy Wood per i diritti
Attraverso il film Saint Judy, assistiamo ad un percorso ricco di emozioni, nel quale vediamo Judy Wood lottare per i diritti di Asefa e per altre persone che si trovano nella sua stessa situazione. L’opera fornisce una visione importante sul tema dell’immigrazione e sulle normative ad essa associate, un aspetto di grande rilevanza attuale in ogni parte del mondo.
Judy Wood, che adesso ha circa 80 anni, ha dedicato oltre tre decenni alla questione dell’immigrazione, declinando sempre l’appellativo di “santa” che le avevano spesso attribuito i media. Judy Wood ha raccontato che spesso dei clienti la cercavano per chiedere aiuto, implorando di salvarli, ma la sua risposta era che non era in suo potere, visto che era semplicemente un’avvocatessa e non Dio.
Durante la sua lunga carriera, si è occupata di oltre 6.000 casi di immigrazione, ottenendo il successo in più del 75% di essi. Alcuni ritengono che il suo precedente lavoro come attrice le abbia fornito gli strumenti per toccare con efficacia l’animo dei giudici. Ma il suo impegno nel caso di Asefa è andato oltre una rappresentazione di questo tipo, perché ha evidenziato un tema importante che ha contribuito alla riduzione delle disparità di genere.
Secondo quanto si dice, Judy Wood era consapevole del significato profondo e della portata nazionale del caso di Asefa, sentendo la responsabilità che gravava su di lei. Era consapevole che una sconfitta avrebbe potuto condannare indirettamente Asefa a morte, poiché il suo ritorno nel Paese di origine sarebbe stato sinonimo di una condanna.