In modo inatteso ha ritrovato la Madonna del Pino pur non avendola mai vista dal vivo – ma solo in foto – mentre sfogliava Instagram alla ricerca di opere d’arte napoletana, la sua grande passione. Così il giovane avvocato di Conca dei Marini Pierpaolo Milo, il 25 Novembre di quattro anni fa, ha fatto, inconsapevolmente, la storia della città.
Il suo occhio attento all’arte partenopea del ‘700 e l’amicizia con lo storico custode di Santa Maria del Pino Enzo Cretella sono stati i due elementi determinanti per la grande gioia che ieri Amalfi ed i suoi cittadini hanno avuto l’onore di vivere. E che anticiperà quella, ancor più grande, del prossimo 7 Gennaio, quando la statua sarà riportata nella sua collocazione originaria. Un lieto fine dopo quasi un decennio di interminabile attesa.
In molti oggi ad Amalfi hanno fatto il Suo nome: è lei il vero artefice di questa buona pagina di storia per la città. Come è riuscito a ritrovare, seppur virtualmente, la statua?
“La sera del 25 novembre 2019, avendo una grande passione per l’arte napoletana, stavo sfogliando Instagram alla ricerca di opere interessanti tra pagine di antiquariato. Ricercai l’ hashtag #artenapoletana. Dopo un po’ mi apparve il volto della statua che oggi è stata restituita alla cittadinanza. Cliccai il profilo dell’antiquario che aveva condiviso la foto. Notai una strana somiglianza“.
Come ha fatto, però, a stabilire che la statua da lei trovata su Instagram fosse effettivamente quella della Madonna del Pino?
“Enzo Cretella (custode della chiesetta di Pastena, ndr) pubblicava molte foto della statua della Madonna. Intravidi subito una forte somiglianza. Lo chiamai subito per avvisarlo. Notai la rottura della pasta vitrea: l’occhio ha un piccolo segno nella parte bianca, vicino all’iride. Lo compresi anche dalla ciocca di capelli presente sulla sinistra del capo. Ero sicuro che fosse.. lei, ma la certezza poteva darmela soltanto Enzo, che conosceva la statua meglio di chiunque altro. Quella statua non l’avevo, infatti, mai vista se non in foto. Sono originario di Conca dei Marini“.
E come ha fatto a rimanerle impressa?
“Un po’ come quando si ammira la Pietà di Michelangelo: lo resta anche se da un libro di storia dell’arte sfogliato tra i banchi di scuola. Certo, non tutti hanno la stessa attenzione verso i dettagli“.
Come reagì Cretella?
“Si illuminò d’immenso, ma si rese conto delle difficoltà che sarebbero insorte per riottenere la statua“.
Di lì, dunque, la lunga fase delle indagini ed il lavoro straordinario delle Forze dell’Ordine. In quasi quattro anni, in una comunità non estesissima come quella amalfitana, però, non è filtrato nulla.
“Già durante i miei studi forensi ho appreso che quando ci sono indagini in corso va mantenuto il massimo riserbo“.
Ora si attende il ritorno della statua a Pastena.
“Sarà un’altra grande gioia: statue come quella della Madonna del Pino sono malta cementizia per la nostra identità territoriale“.
