Territorio

Vicenda Infopoint: il Comune di Praiano si costituirà in giudizio in secondo grado

Costituirsi in giudizio in secondo grado nel contenzioso sulla vicenda dei lavori all’ex Infopoint, in relazione alla quale il Comune era stato condannato, nel luglio 2022, in primo grado al pagamento di un’ingente somma, pari ad oltre 45mila euro, a titolo di risarcimento, a fronte del ricorso e di ulteriori e ben più gravose pretese della controparte. E’ quanto stabilito dalla recente deliberazione di giunta di Praiano (la 178 del 14 dicembre scorso), in conseguenza dell’appello proposto dalla società Effe, affidataria dei lavori, nel luglio dell’anno che sta per concludersi.

A difendere in secondo grado l’amministrazione comunale dell’Antica Plagianum ci sarà l’avvocato Roberto De Tilla, che ha seguito l’ente sin dagli esordi della controversia legale. Un atto dovuto per tutelare le casse dell’ente, quello dell’amministrazione guidata da Anna Maria Caso. In quell’occasione, l’assessore Amendola evidenziò gli effetti negativi dell’azione delle precedenti amministrazioni nella gestione della vicenda, puntando l’attenzione anche sulle potenziali ripercussioni sulle finanze comunali

La società affidataria dei lavori, infatti, ritenendo insoddisfacente il ristoro economico derivante dalla sentenza, il 3 luglio decise di fare appello alla sentenza della Prima Sezione Civile del Tribunale di Salerno, chiedendo non soltanto la conferma della condanna al pagamento di quanto già quantificato da parte del Comune di Praiano, ma avanzando anche la pretesa di ulteriori 66.579,15 di interessi moratori per ritardato pagamento come quantificati dal geometra Riccella, consulente tecnico d’ufficio designato dal Tribunale, più circa 475 euro di interessi.

L’assise dell’Antica Plagianum ne discusse lo scorso 29 luglio, approvando in modo unanime l’appostamento nelle scritture contabili di un debito fuori bilancio pari a 45mila euro.

La vicenda

La consegna dei lavori era prevista in circa sette mesi. Nel marzo del 2007 questa avvenne, ma solo parzialmente in quanto, come si evinse dal libro giornale di cantiere dove sono annotate le sospensioni parziali e le conseguenti riprese, emersero gravi carenze del progetto esecutivo. Nel corso delle operazioni di scavo, infatti, invece che rinvenire soltanto rocce dure e compatte, come previsto in progetto, gli operatori constatarono che in realtà circa il 50% delle aree di scavo era costituito da terreno friabile e il 30% circa da terreno argilloso. Questo determinò la necessità di sospendere i lavori e di avviare gli interventi per la messa in sicurezza del cantiere, onde evitare pericoli di cedimenti.

Nel corso delle opere di scavo, inoltre, fu rinvenuta una condotta di adduzione al serbatoio che garantiva il servizio di fornitura idrica, che ha costituito un ostacolo alla prosecuzione dei lavori. Il direttore dei lavori prescrisse all’impresa l’esecuzione di interventi non previsti in progetto, relativi alla demolizione e ricostruzione di alcune aree, interventi anche questi impossibili da realizzare in quanto interferenti con manufatti confinanti non di proprietà del Comune. Ne seguì in incontro a Palazzo di Città dove, a seguito di nuove esigenze, è stato chiesto al direttore dei lavori di adeguare il progetto strutturale.

A distanza di un mese l’impresa segnalò la perdurante impossibilità di procedere all’esecuzione degli interventi a causa della mancata disponibilità delle aree di cantiere. Dall’ente comunale, però, non è arrivata alcuna risposta fino alla risoluzione contrattuale per effetto della riconsegna dei lavori avvenuta nel novembre del 2007.

Iniziò così una lunghissima battaglia legale tra la ditta che ha chiesto il risarcimento dei danni in quanto impossibilitata ad effettuare i lavori a causa delle carenze progettuali e il Comune che ha chiesto la risoluzione del contratto d’appalto. Nel 2022 il Tribunale di Salerno, prima sezione civile, condannò l’amministrazione comunale a risarcire la Effe srl per una somma complessiva di 45.595.18 euro respingendo la richiesta dell’ente guidato dalla sindaca Anna Maria Caso in quanto la risoluzione era già avvenuta alla riconsegna dei lavori.

 

Andrea Bignardi

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