Costo della vita alle stelle in Italia, con l’inflazione che aumenta al 9% su base annua, tornando ai massimi da quasi quarant’anni.

Ha avuto, sull’inflazione nel suo complesso, una particolare incidenza l’incremento delle materie prime, che si riflette, come di consueto, sui beni di largo consumo.

Secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua.

La tendenza alla crescita è, purtroppo, preoccupante: nel mese scorso, infatti, l’inflazione si era attestata all’8,4% su base tendenziale.

Il dato raggiunto dall’inflazione nello scorso mese è, purtroppo, il più alto dal 1983: era, per l’appunto, dai primi anni ’80, segnati da un’escalation della guerra fredda, che non si registravano valori così alti per l’indicatore che misura l’aumento dei prezzi.

L’accelerazione si deve, in particolare, ai prezzi dei beni alimentari (la cui crescita è aumentata di quasi un punto e mezzo percentuale, passando dal +10,1% di agosto al +11,5%), sia lavorati (i cui prezzi sono cresciuti dal +10,4% a +11,7%) sia non lavorati (da +9,8% a +11,0%).

Non solo i beni di prima necessità, ma anche i servizi hanno registrato una cospicua crescita dei livelli di prezzo.

Infatti, ad esempio, i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona sono aumentati del 5,7%, rispetto al dato precedente, che li vedeva cresciuti del 4,6%.

Hanno contribuito alla crescita, in misura minore, anche i prezzi dei beni non durevoli (passati dal +3,8% a +4,7%) e dei beni semidurevoli (dal +2,3% a +2,8%).

Pur rallentando di poco, continuano a crescere in misura molto ampia, i prezzi dei beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%), mentre, di riflesso, frenano la loro crescita anche i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%).

L’inflazione di fondo, vale a dire quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera dal +4,4% al +5,0% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,0% a +5,5%.

Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +11,8% a +12,5%), mentre è sostanzialmente stabile la crescita di quelli dei servizi (da +3,8% a +3,9%).

Aumentano ulteriormente anche i prezzi dei beni alimentari, quelli per la cura della casa e della persona (da +9,6% a +11,1%), e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,7% a +8,5%)“.

Un ulteriore aggravamento della situazione potrà essere generato, in futuro, dall’aumento dei prezzi dell’energia, previsto, per il prossimo autunno, in misura pari al 60%.