Tutti noi siamo abituati a relazionarci ogni giorno con la tecnologia. Gli smartphone e i dispositivi tecnologici di ogni sorta vengono utilizzati quotidianamente in ogni momento. Forse ben poco siamo portati a riflettere su quanto tempo ci portano via computer, TV, tablet, smartphone.
Avremmo del tempo da dedicare ad altre cose. Eppure non possiamo fare a meno di superare quella che a tutti gli effetti sembra essere diventata una vera e propria dipendenza. Non ci sogneremmo mai di lasciare, quando usciamo, a casa il nostro smartphone. Abbiamo l’esigenza di essere sempre collegati.
La scelta degli abitanti del villaggio indiano
Forse però qualcuno ha pensato già ad operare questa forma di riflessione. Per esempio gli abitanti di un villaggio indiano, nel distretto di Sangli, hanno deciso di adottare una sorta di digital detox di gruppo.
Una scelta ben precisa, dettata da profondi convincimenti, che sembra stia andando davvero alla grande. Alle 19 di ogni sera la campagna del tempio locale suona. In questo modo segnala a tutti gli abitanti che è arrivato il momento di spegnere il cellulare e tutti gli altri dispositivi elettronici.
Il tutto dura circa 90 minuti. In questo lasso di tempo, lontani da tutti i dispositivi tecnologici, gli abitanti del villaggio si dedicano ad altro. Per esempio possono dedicarsi a leggere, a meditare, ad ammirare la natura o a conversare con familiari e amici.
Poi alle 8 e mezza una seconda campana suona ancora per segnalare che è finito il tempo e che si può ritornare alla vita quotidiana fatta anche di dispositivi tecnologici.
Perché si è presa questa decisione
L’idea è stata lanciata da un governatore locale, che ha fatto notare come questa tecnica stia portando enormi benefici. Infatti l’uomo si era reso conto che con le restrizioni dovute al Covid 19 molte persone si erano abituate a trascorrere diverso tempo in casa.
Leggi anche: La nostra attenzione ha una breve durata: è colpa degli smartphone?
Non soltanto sono aumentati i casi di isolamento sociale, ma si sono incrementate anche le ore che ogni abitante passava ad interagire con i dispositivi tecnologici. Il lockdown ha imposto di usare sempre di più la tecnologia, non soltanto per divertimento, per impiegare il tempo, ma anche per esigenze lavorative.
Per esempio si è ricorso alla didattica digitale, allo smart working e molti, per tenersi in contatto con i parenti, hanno usato i social e le chat. Per questo motivo, secondo le autorità locali, è necessario operare una sorta di vera e propria disintossicazione digitale.
Leggi anche: La parola smombie, che indica gli zombie dello smartphone, entra nel vocabolario
Anche se 90 minuti ogni giorno possono sembrare pochi, in realtà contribuiscono notevolmente a farci comprendere come ogni tanto bisognerebbe staccare la spina.