Qualcuno sta guardando il tuo conto in banca senza chiederti il permesso. Attenzione perché è meglio non ignorare il pericolo.
Un tempo si diceva che la casa di un uomo è il suo castello. Considerando i tempi che corrono ed il caro vita che ci obbliga a tenere sotto controllo continuamente anche il conto in banca, potremmo dire che il ponte levatoio che ci permette di accedere a tale castello è senza ombra di dubbio la nostra carta di credito. Le truffe e i rischi derivanti dall’uso improprio di questo strumento cruciale per la sopravvivenza nel XXI secolo però sono sempre moltissimi.
Siamo tenuti a pensare che i soldi non “fisici” ma tenuti sul conto in banca siano al sicuro: in realtà, negli ultimi anni, hacker e ladri di dati hanno trovato tanti stratagemmi per entrare nei nostri conti e provare a svuotarli, dai finti POS avvicinati di nascosto alla carta per levarci piccole somme di denaro fino a mail e SMS falsi che nascondono dei virus in grado di dare l’accesso al conto ai malintenzionati.
Ma almeno siamo al sicuro da “spie” o osservatori indesiderati sul nostro conto in banca? Non del tutto perché, pur se con limitazioni regolate dall’accordo legato alla protezione della privacy e dei dati firmato con la nostra agenzia di credito, alcuni enti e personaggi possono comunque vedere il nostro conto e i dati ad esso inerenti: vi forniamo una lista degli “osservatori”.
Chi può accedere al mio conto?
Oltre al personale autorizzato della banca e noi, ovviamente, possono accedere ad alcune informazioni del nostro conto bancario diversi enti: il primo è l’Agenzia delle Entrate che per ovvie ragioni, è tenuta a verificare con controlli a campione o mirati la regolarità delle operazioni. Ad esempio, troppi prelievi ingenti e regolari di contanti sopra il limite consentito possono arrivare ad attivare un controllo che, ovviamente, può essere svolto anche dalla Guardia di Finanza autorizzata a controllarvi il conto.
Gli enti pubblici che rappresentano Regioni o Comuni hanno poi accesso al vostro conto in banca nel caso della riscossione automatica o autorizzata da voi stessi di tributi e imposte regionali sul territorio di residenza. Tutto ciò che abbiamo stabilito finora vale anche nel caso di pignoramenti e sequestri, nel caso di illeciti di natura economica che li rendano legittimi.

Un privato cittadino, almeno, non potrà mai accedere al vostro conto. E invece, in un caso, si, se avete un debito con qualcuno e questo vince la causa e viene autorizzato dal Tribunale dopo la sentenza, potendo quindi avviare un pignoramento del conto o di parte del denaro in giacenza su di esso. In tutti i casi citati, avranno accesso al vostro saldo, ai movimenti e ai dati sui rapporti finanziari. Insomma, in questo mondo tutto virtuale nemmeno il vostro conto è pienamente privato. Che scocciatura.
