Sembra incredibile, ma il nostro cervello è simile a quello dei polpi. Una scoperta particolare, che si deve ad uno studio recente svolto nel nostro Paese. I polpi in effetti costituiscono una specie animale molto intelligente, ma certo non potevamo immaginare che a livello cerebrale noi umani potessimo avere delle caratteristiche del tutto simili a questi animali.

Eppure gli studiosi sono convinti delle somiglianze rintracciabili tra il cervello degli uomini e quello di questa specie marina. Vediamo quali sono le conclusioni a cui sono giunti gli scienziati.

Le somiglianze nei cosiddetti geni saltellanti

La ricerca svolta in Italia ha messo in evidenza che il cervello dei polpi possiede degli elementi che si chiamano trasposoni, che fanno parte dei cosiddetti geni saltellanti. Sono degli elementi molto importanti, perché si possono duplicare ed hanno la capacità di espandersi in tutto il genoma.

In pratica si tratta di molecole che, secondo gli esperti, sono alla base dell’evoluzione. Anche il cervello umano possiede queste molecole. Infatti gli studiosi hanno individuato nei polpi delle particolari capacità cognitive che sono riconducibili ad un’area cerebrale molto simile a quella del cervello umano.

Gli scienziati si dicono entusiasti, perché hanno riscontrato molte somiglianze soprattutto in alcune attività cognitive, che nel cervello dei polpi sarebbero molto simili a quelle che accadono nelle nostre aree cerebrali.

Ma in particolare in che cosa consistono queste somiglianze a livello cerebrale? Ecco gli esperti che cosa hanno evidenziato.

Le attività cognitive in comune fra polpi ed esseri umani

Gli scienziati hanno riscontrato nel lobo verticale dei polpi un’attività cerebrale molto vivace. Il lobo verticale è la struttura che nel polpo è sede dell’apprendimento, proprio come avviene nell’ippocampo degli uomini.

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Quindi alla base fra polpi e umani ci sono delle somiglianze per quanto riguarda la stimolazione delle aree cerebrali collegate all’imparare. Infatti i geni saltellanti di cui abbiamo parlato precedentemente sono collegati alla memoria e diventano più attivi proprio nell’ippocampo o, nel caso dei polpi, nel lobo verticale.

Ma c’è di più, perché gli esperti hanno fatto notare che si tratterebbe di un caso di evoluzione convergente. In pratica due specie differenti, come i polpi e gli uomini, hanno sviluppato aspetti simili per raggiungere lo stesso adattamento all’ambiente.

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Lo studio dei polpi, secondo i ricercatori, potrebbe dirci molto di più per migliorare la comprensione dell’evoluzione dell’intelligenza.