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Il modo in cui assumi una pillola può influire sull’effetto: l’incredibile scoperta

Una recente ricerca messa a punto dagli studiosi della Johns Hopkins ha cercato di trovare una risposta ad una domanda molto particolare. Può fare la differenza assumere una pillola con una certa postura invece che con un’altra?

La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati su Physics of Fluids, ha avuto proprio l’obiettivo di trovare una risposta a questa domanda e ciò che è risultato è stato molto interessante, considerando, come vedremo successivamente, le implicazioni di questa recente scoperta.

Il modello StomachSim, per comprendere maggiori dettagli

Spesso tendiamo a trascurare il modo in cui assumiamo una pillola. Ovviamente, nel momento in cui prendiamo una medicina, non riflettiamo mai sulla postura del corpo che assumiamo nel corso di questa azione.

In realtà, secondo quanto hanno rivelato i ricercatori raccogliendo i risultati della ricerca in questione, la postura farebbe proprio la differenza nel modo in cui la medicina viene assorbita dal nostro organismo.

I ricercatori hanno messo a punto un modello che è stato chiamato StomachSim, che ha permesso di fare delle vere e proprie simulazioni dello stomaco, per comprendere cosa accade proprio all’interno dello stomaco nel momento in cui si assume un farmaco oppure si consumano degli alimenti.

Come cambia la situazione in base alla posizione

Una delle informazioni che si sono scoperte è già interessante fin dal principio. Infatti si è visto che le pillole non hanno effetto se il contenuto non viene prima rilasciato all’interno dell’intestino. Questa è un’informazione molto interessante, ma i ricercatori sono rimasti sorpresi anche dal resto dei dettagli che sono stati scoperti.

Infatti si è visto che, assumendo una pillola sdraiati sul lato destro, l’assimilazione avveniva in tempi più rapidi, in circa 10 minuti. Questo perché la pillola andava nella zona più profonda dello stomaco. Se invece la pillola veniva assunta in posizione in piedi, il tempo in questione corrispondeva a 23 minuti.

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Ma la posizione peggiore non è quella eretta, visto che stare sdraiati sul lato sinistro del corpo determinerebbe un aumento dei tempi, fino a 100 minuti.

La ricerca è davvero interessante e utile, soprattutto per il fatto che potrebbe permettere di trovare delle indicazioni efficaci per tutti quei pazienti che sono costrette a restare a letto e che hanno la necessità di assumere medicine regolarmente.

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I ricercatori sono rimasti stupiti dai risultati della ricerca, che in effetti è davvero importante, perché ci permette di comprendere alcuni aspetti del nostro organismo sui quali non si riflette abbastanza.

Gianluca Rini

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