Sta per tornare uno dei programmi che ha riscosso un grande successo fino all’edizione del 2020, anno in cui gli ascolti sono calati decisamente. Per cercare di riportarlo in auge, si è pensato di apportare numerosi cambiamenti, tra cui il cambio della voce narrante. Ma facciamo un passo alla volta.

Il Collegio 7, i cambiamenti

Sta per partire la nuova edizione del programma Il Collegio che nel 2020 ha subìto una battuta d’arresto incredibile, dopo il grande successo delle edizioni precedenti. Per questo motivo si è pensato che era giunto il momento di apportare delle drastiche modifiche affinché si potesse attirare nuovamente l’interesse del pubblico.

L’unica certezza è la location in cui si svolgerà il programma. Rimarrà infatti il Convitto Nazionale Regina Margherita sito nella città Anagni. Quest’anno verrà rivissuto il 1950 dopo che nelle edizioni passate, gli studenti, si erano calati nel ’60, ’61, ’68, ’77, ’82 e ’92.

Il primo cambiamento riguarda le sezioni che non sarà solo più una, bensì due. Di conseguenza l’impegno degli insegnanti sarà raddoppiato. Ci saranno dunque nuovi professori che insegneranno francese, storia e geografia, canto, educazione motoria, arte e disegno. Siamo sicuri che in questa edizione non comparirà più la paziente insegnante di matematica e fisica, Maria Rosa Petolicchio.

Chi trova conferma sono il preside, il professore di italiano e i sorveglianti. Non abbiamo notizie del bidello Enzo Marcelli. In queste ore ci è giunta un’altra notizia che ha rattristito i fan del programma. La voce narrante non sarà più quella di Giancarlo Magalli.

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Chi è la nuova voce narrante de Il Collegio?

Tra le tante novità della nuova edizione de Il Collegio ci sarà la voce narrante. Infatti, da poco abbiamo appreso che non ci sarà più Giancarlo Magalli che ha sempre ricoperto questo ruolo tranne un anno che è stato sostituito da Simona Ventura. Al posto suo troveremo Nino Frassica.

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Magalli non ha potuto fare altro che esprimere la sua delusione con una frase su Facebook in cui ha dichiarato che la riconoscenza della Rai è leggendaria. Il suo disappunto nasce dal fatto che è stato fatto fuori letteralmente dai programmi della tv di stato dopo ben quarant’anni di fedeltà.