Il problema dell’inquinamento rappresenta una questione molto complessa e difficile da risolvere. Eppure il tutto costituisce qualcosa che non si può rimandare, perché gli effetti dell’inquinamento ambientale sono molteplici e mettono a rischio sia il nostro pianeta che noi come specie umana. Basti pensare, per esempio, all’aumento delle temperature globali, che causano numerose conseguenze ed effetti irreversibili.
Tra questi per esempio ci sono i mutamenti climatici, con la possibilità che si verifichino sempre di più eventi catastrofici. Ma ci sono delle soluzioni che potrebbero essere molto più a portata di mano rispetto a quanto si possa pensare. Una di queste soluzioni è rappresentata dai cosiddetti batteri mangia inquinamento. Vediamo di che cosa si tratta.
La scoperta dei batteri che “mangerebbero” l’inquinamento
Uno studio recente ha portato alla scoperta di alcuni batteri presenti in natura che riescono a crescere più velocemente sui sacchetti di plastica, quindi sui materiali che più possono provocare forme di inquinamento gravi.
Questo vuol dire, secondo gli esperti, che è come se la natura avesse cercato di risolvere, puntando sulle sue stesse risorse, una questione alla quale da tempo l’uomo non riesce a rimediare. La scoperta dei cosiddetti batteri mangia inquinamento è molto evidente, perché gli scienziati hanno visto che il tasso di crescita di questi batteri è stato raddoppiato da quando l’inquinamento da plastica ha comportato l’aumento dei livelli complessivi di carbonio presente nelle acque, come per esempio quelle dei laghi.
Perché è importante la scoperta dei microrganismi contro l’inquinamento
I microrganismi che sono stati scoperti nelle acque dei laghi svolgono una funzione importante, perché non agirebbero contro la plastica, ma anche contro quelle sostanze formate da carbonio, che può determinare forme di inquinamento complessive, che interessano, oltre che i laghi, anche i fiumi e il mare.
Gli scienziati avvertono che questi batteri mangia inquinamento svolgono una funzione davvero importante, perché nel tempo potrebbero accrescere la loro funzionalità e la loro efficienza. Anzi l’obiettivo sarebbe proprio quello di favorirne la crescita.
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Hanno avvertito, però, che questo non vuol dire risolvere completamente, senza altri interventi, il problema dell’inquinamento ambientale. Anzi secondo gli esperti bisognerebbe agire nel minor tempo possibile per evitare di raggiungere livelli irreversibili.
Già qualche tempo fa era stato scoperto un enzima che era in grado di intervenire per distruggere la plastica. Anche quella era stata vista come una soluzione importante per combattere l’inquinamento.
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Tuttavia con il tempo gli esperti si sono resi conto che la questione delle microplastiche presenti davvero in molti luoghi del nostro pianeta è molto più complessa da risolvere rispetto a quanto si potrebbe pensare comunemente.