La fede e la spiritualità si sono incontrate con l’arte teatrale e la gastronomia locale in una piacevole simbiosi nel “Mystico” Gusta Minori: la 26ma edizione della manifestazione si è, infatti, chiusa ieri sera nell’Antica Rheginna Minor.
Perno della kermesse gli spettacoli teatrali, che hanno analizzato, da differenti prospettive, la religione, la fede e la spiritualità, dai suoi legami con il folklore popolare fino alle sue degenerazioni criminali.
Nella navata centrale della settecentesca Basilica di Santa Trofimena, si è partiti con la rappresentazione di “Jesus”, una riproduzione teatrale e multimediale unica nel suo genere, attraverso contenuti sacri, aperta dal Kyrie e chiusa dal Gloria.
Lo spettacolo ha mirato ad interpretare la tradizione musicale, religiosa e popolare della nostra terra, con una stretta correlazione tra i vari suoni, le immagini video, le voci recitanti e soliste. Una storia raccontata con la musica ma anche e soprattutto scenograficamente anche attraverso il video-mapping e molteplici tecniche immersive.
A Calata Ponte, invece, la scena dedicata a “Il peccato”, rappresentazione teatrale e musicale con la regia di Gennaro Monti, tra realismo e un pizzico di comicità.
Nella meravigliosa Villa Romana di Minori risalente al I sec. d.C. si è tenuta la terza scena, la più impegnativa ed impegnata: “Autodafè”, che come la quarta e la quinta, avranno la regia di Lucia Amato. Aperta e chiusa dalla musica e dalle parole di Franco Battiato, è dedicata all’integralismo e alla condanna, alla fede negata.
Nella sontuosa e classica atmosfera di Palazzo Gambardella, lungo il corso principale, si è proseguito con la rappresentazione del “Dio arruolato”, ovvero sulla degenerazione criminale della religione. Una scena, quest’ultima, che ha rappresentato varie manifestazioni di questo fenomeno, dal Gott mit uns dei nazisti, la “punciuta ”dei mafiosi, dove la fede va supporto della criminalità. Una reinterpretazione in chiave interessata, quest’ultima, del messaggio divino secondo scopi delittuosi.
La quinta scena, dunque, si è svolta in uno scenario unico anche dal punto di vista paesaggistico, quello dello storico Pontile. Si è chiuso così il percorso artistico sul molo d’attracco, in uno scenario suggestivo.“Un’altra strada….”: il titolo dell’ultima scena, la quinta scena, a suggellare un Gusta Minori ancora una volta all’insegna della cultura e dell’arte.
Non sono mancati, inoltre, gli stands enogastronomici: menù tipici minoresi sono stati serviti da buona parte delle attività di ristorazione della città del gusto. A troneggiare il piatto simbolico dell’identità minorese: gli ‘ndunderi, che proprio nel 1997 furono riportati al centro del panorama enogastronomico locale dopo decenni di scomparsa della millenaria tradizione.
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