Danno erariale di più di un milione e quattrocentomila euro. E’ quanto la Guardia di Finanza di Salerno, su delega della procura della Corte dei Conti, ha individuato nella gestione di un compendio immobiliare di proprietà di un ente pubblico sito ad Atrani.

Primo elemento di criticità rilevato dalle Fiamme Gialle è stato il mancato aggiornamento dei canoni di fitto agli inquilini, spesso bassissimo in quanto pattuito in cifre del vecchio conio, già di per sè fuori mercato.

Inoltre, non sarebbero state riscosse svariate mensilità e, inoltre, sarebbero state tollerate perfino occupazioni abusive nelle 52 unita’ abitative di proprietà dell’ente che gestiva il complesso immobiliare.

I finanzieri hanno riscontrato un “degrado amministrativo/contabile” e “una situazione di sconcertante abbandono” che avrebbe impedito agli stessi amministratori di avere una completa cognizione del patrimonio amministrato.

Ma gli amministratori – di cui ancora non sono stati resi noti i nominativi – che si sono alternati nella conduzione e nella gestione dell’ente avrebbero, inoltre, sui conti correnti dell’istituto costi non giustificati per benzina, ristoranti, pedaggi autostradali, e prelevato contanti senza giustificative.

Si tratta degli immobili del conservatorio di Santa Rosalia: gli appartamenti di proprietà di un ente pubblico, erano sparsi per il comune di Atrani, gran parte dei quali fu affittata, a prezzi decisamente inferiori a quelli di mercato, principalmente tra gli anni ’80 e ’90.

Una vicenda, quest’ultima, che fu attenzionata già nel marzo scorso dal quotidiano La Città, in seguito alle proteste di una famiglia locataria costretta allo sfratto nonostante la ristrutturazione di quello che si configurava, originariamente, come un vero e proprio rudere, di tasca propria.

Già all’epoca, erano stati portati all’attenzione della cronaca evidenti carenze in termini di trasparenza dell’amministrazione del complesso, a cominciare dalla mancata approvazione e pubblicazione dei bilanci per diverse annualità.

Un fatto, quest’ultimo, che aveva spinto il nuovo cda, che muta con cadenza triennale, presieduto da Walter Vecchi e Gabriele Gambardella, a tentare di porre rimedio a queste carenze, aggiornando una piattaforma attraverso la quale sono stati resi pubblici atti e decisioni assunte dall’Ente.