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La storia di Giovanni Erra è tristemente e tragicamente legata a quella di Desirée Piovanelli barbaramente uccisa a soli 14 anni.
Nel settembre del 2002, una piccola comunità a Leno, in provincia di Brescia, fu scossa dall’omicidio della giovane Desirée Piovanelli. Tra i condannati per questo terribile delitto, spicca il nome di Giovanni Erra, l’unico adulto coinvolto nel complotto. Nonostante le sue continue dichiarazioni d’innocenza, Erra è stato condannato a 30 anni di carcere per la sua presunta partecipazione all’omicidio.
Giovanni Erra era molto più di un semplice vicino di casa per Desirée. All’epoca del delitto aveva 36 anni e aveva un legame stretto con la famiglia della giovane, tanto che Desirée aveva lavorato come babysitter per suo figlio e conosceva bene sua moglie, Carla. Tuttavia, la vita di Erra era segnata da eventi oscure e misteriosi. In passato, aveva lottato con una tossicodipendenza e aveva tentato di avviare un’attività di spacciatore. Queste scelte avevano portato a debiti significativi e mettevano Erra in una posizione precaria.
La storia racconta che Desirée fu attirata nella cascina con l’inganno di Nicola Bertocchi, un suo coetaneo, che le aveva promesso di mostrare tre gattini. Una volta entrata, avrebbe trovato Erra ad aspettarla. La tragica sequenza degli eventi ha visto la giovane essere prima immobilizzata e poi portata in una stanza dove Erra la stava aspettando.
Il terribile piano era quello di violentare Desirée a turno, con Erra come ultimo, per poi ucciderla a coltellate. Tuttavia, i piani cambiarono improvvisamente quando Desirée iniziò a gridare, e Nicola, in un accesso di rabbia, la colpì selvaggiamente.
Nonostante le pesanti accuse rivolte a Erra, la sua difesa ha presentato prove per tentare di dimostrare la sua innocenza. Tra queste, uno scontrino che avrebbe segnato l’orario di acquisto dell’arma del delitto, solo un’ora prima dell’assassinio. Se vero, ciò avrebbe escluso Erra dalla fase dell’omicidio. Inoltre, secondo la versione fornita dall’avvocato di Erra, nel momento in cui il crimine stava avvenendo, Giovanni Erra era altrove, precisamente a casa sua.
Il testo fornito non chiarisce la situazione attuale di Erra. Tuttavia, dato che è stato condannato a 30 anni di carcere, è probabile che, a meno che non sia stato rilasciato per buona condotta o per altri motivi legali, possa ancora essere in prigione. La sua insistente proclamazione di innocenza potrebbe aver avuto un impatto sulle sue possibilità di appello o sulla sua situazione carceraria.
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