Un uomo di grande cultura ma, soprattutto, dal notevole spessore umano.

Così il vicesindaco di Tramonti Vincenzo Savino ha ricordato la figura di Gianni Minà, celebre giornalista scomparso ieri all’età di 84 anni.

Ho avuto l’onore di conoscerlo bene anche se un po’ tardi – ha commentato Savino nel ricordare il noto giornalista  – L’avevo visto in varie occasioni in quanto ero stato invitato a numerosi talk show e mi era stato presentato“.

I rapporti tra Minà e Savino erano diventati più stretti nell’ultimo decennio.

Il primo incontro fu nel 2010 al Giffoni Film Festival, da allora fino al 2019  i nostri rapporti si sono intensificati – ha aggiunto SavinoOltre ad essere un gigante del giornalismo e di una cultura impressionante, la cosa che mi era più piaciuta dell’uomo era il fatto che sia andato sempre dalla parte dei più deboli“.

Si pensi – ha proseguito il vicesindaco di Tramonti – a come inquadrò il personaggio di Maradona, che lo preferiva agli altri giornalisti“.

Oltre alla sua sensibilità, lo contraddistinse anche la sua infinita cultura.

La cosa che ricorderò sempre – ha, infatti, aggiunto Savino nel suo ricordo di Minà – è la sua biblioteca, che nella sua vastità e capillarità non riesco a raccontare, a definire. Era un qualcosa di straordinario. Ho visto tante biblioteche, e mi colpì il fatto che lui, oltre a conservarli tutti, li aveva anche letti integralmente“.

Pur non essendo mai stato a Tramonti in visita istituzionale, la conosceva bene nelle sue peculiarità ed era stato ospite del vicesindaco in un’occasione destinata a restare per sempre impressa nella sua memoria.

Purtroppo non siamo riusciti ad averlo ospite ufficialmente a Tramonti, ma passò a salutarmi e siamo stati insieme qualche ora prima che, di rientro da Sorrento, andasse via attraverso il Valico – ha proseguito SavinoHo avuto la fortuna di stare accanto a lui in tanti momenti, ascoltando aneddoti ed incontri vissuti con importanti personaggi, come Fidel Castro, per fare soltanto un esempio. Nel suo modo di raccontare partiva da un aneddoto e sapeva trasportare letteralmente l’interlocutore in un racconto che lo coinvolgeva e lo rendeva, indirettamente, protagonista delle vicende“.

Nel momento in cui aveva di fronte una persona, Minà riusciva, infatti, a modulare il discorso sulla base delle conoscenze e delle competenze dei suoi interlocutori.

Conobbe molti tramontani ed era ben consapevole della massiccia presenza di nostri concittadini nel mondo, specie nello svolgere la professione di pizzaioli e ristoratori, e amava la nostra pizza – ha concluso SavinoCercai di spiegargli dove fosse Tramonti e mi fece notare con il suo fare schietto e garbato al tempo stesso che conosceva la nostra realtà approfonditamente. Tutto questo, quando ci conoscemmo, mi inorgoglì ancora di più, e mi rese ben conscio del suo spessore di uomo e di giornalista“.

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