Ribadire le ragioni del “no” alla costruzione della variante in Galleria Maiori-Minori: questo l’obiettivo dell’incontro pubblico organizzato dal gruppo civico “Le Formichelle” guidato da Maria Citro.
Tanti i minoresi riunitisi, ieri sera, in piazza Garofalo: l’assemblea è andata a segnare una pietra miliare in una fase chiave, a un passo dalla conclusione della progettazione esecutiva e, al contempo, dall’ingresso nel vivo della campagna elettorale che vedrà l’ex assessore a Politiche Sociali, Bilancio e Programmazione economica della giunta Reale, dimessasi nello scorso maggio, candidata a sindaco dell’Antica Reghinna Minor nelle elezioni dell’8-9 giugno.
Una tornata, quest’ultima, che vedrà la galleria come pomo della discordia. Due (o, forse, ben più) visioni strategiche di città (e di urbanistica) si sfideranno: inevitabile il coinvolgimento della collettività che, con la protesta all’avvio delle indagini geognostiche, prima, ed il consiglio comunale del dialogo poi, cerca risposte sul futuro della variante. Dai tecnici e dai politici.
Sotto questo profilo, la Citro ha assicurato di essersi discostata progressivamente dalla visione della sua ex maggioranza, quella di Andrea Reale, che con convinzione e coerenza ha portato avanti, sin dagli albori della nuova fase di progettazione, una linea favorevole alla costruzione della variante nell’ottica della “pedonalizzazione della Torricella”. Posizione, questa, su cui la Citro ha affermato, nel corso del suo intervento, di aver nutrito, sin dall’inizio, non poche perplessità.
“La realizzazione dell’opera porterebbe danni di grande impatto ambientale e paesaggistico al nostro biglietto da visita. La strozzatura del traffico porterebbe un torpedone continuo e rovinerebbe il paesaggio della nostra Minori“, ha commentato la candidata primo cittadino di Minori in apertura dell’incontro pubblico.
Una posizione in evoluzione, dunque, che non rinnega quattordici anni di azione amministrativa al fianco di Reale.
“Sono pronta davanti a tutti a rivedere le mie disponibilità su quella potesse essere la progettazione effettiva che ci porterà alla realizzazione dell’opera. Nel corso della mia vita amministrativa ho avuto contezza che il progetto fosse stato contemplato dalle precedenti amministrazioni e che fosse un loro intento portarlo avanti – ha aggiunto la Citro sul punto – Guardando i progetti degli anni 70 si vedeva che c’erano in essere ipotesi che non toccavano il Lungomare di Minori. Le mie erano perplessità relative ad alcuni ordini di motivi. In primis al rapporto costi-benefici, in secondo luogo alla cantierizzazione dell’opera. Non rinnego l’impegno per Minori nei miei 14 anni di vita amministrativa. Ho fatto parte di una maggioranza che sostiene la Galleria“.
E tuttavia, proprio di quella variante, la Citro ha sostenuto di non esser stata una strenua sostenitrice, avendo votato a favore esclusivamente di una delibera datata 2019: “Ho ribadito già in precedenti comunicati stampa che l’unico atto che ha visto il mio voto favorevole era una delibera in cui si andava a rimodulare il protocollo d’intesa dei comuni beneficiari dei fondi Cipe, la numero 118 del 2019“.
Non un “populismo sic et simpliciter”, ma la valorizzazione di un percorso.
Un iter, quello che ha condotto all’attuale status della progettazione, che ha visto tanti “No Tunnel” schierati. Tra questi c’è, sicuramente, il prof. Pasquale Daponte, ordinario di Misure elettriche ed elettroniche presso l’Unisannio, tecnico scelto dal gruppo civico per esporre le ragioni del no (“Appena ebbi notizia – ha esordito – mostrai subito la mia contrarietà“). Partendo dalla cronistoria, che ha condotto allo status attuale del progetto, che si diparte sin dalla prima alternativa (di galleria parietale, ovvero con un varco longitudinale rispetto al costone roccioso, all’altezza dell’edicola votiva sita all’ingresso del centro abitato) allo studio negli anni ’70, durante la giunta guidata da Angelo Amorino (che restò sindaco ininterrottamente fino al 1989, anno in cui gli subentrò Giuseppe Lembo).
Ipotesi, questa, che tornò al centro dell’attenzione a partire dal 2018, e a cui nel 2019 furono affiancate due alternative non parietali. Una delle quali, quella giudicata maggiormente invasiva dai detrattori della variante, è quella che ha prevalso e che è stata oggetto della progettazione definitiva, oltre che preferita anche dal Ministero dell’Ambiente nel parere 3382 dell’8 Maggio del 2020.
Di qui, dunque, le ragioni del “no”: “Non è vero che la Galleria porterà benefici economici, ma addirittura ridurrà posti auto; (…) ridurrà il tempo di attraversamento del tratto di Maiori Minori a beneficio delle destinazioni finali degli automobilisti; distruggerà in modo irreversibile il Lungomare di Minori unico nel suo genere in Costiera Amalfitana, rimasto immutato dopo una guerra mondiale ed un alluvione“.
Perplessità, quelle di Daponte, cui si aggiungono i dubbi sul “rischio di distruzione” degli storici pini attualmente presenti sul Lungomare, sul restringimento della passeggiata a mare all’altezza del Lido California, sulla “pista pedociclabile” in dislivello rispetto alla Nazionale, oltre che sulla stessa area pedonale della Torricella, che sarebbe “comunque soggetta al traffico veicolare dei residenti di zona o di emergenza“, con benefici evidenti “solo per Maiori”.
Dubbi anche sulla polarizzazione delle concentrazioni di scarico e sulla “traslazione della zona di congestione” dalla Torricella all’incrocio dell’hotel Europa, con effetti pressochè invariati sulla riduzione delle emissioni inquinanti.
Senza contare, poi, i “rischi per le due aree di stoccaggio ed i cantieri operativi” (a Minori all’altezza Campetto, a Maiori in prossimità dell’area portuale) e quelli legati al traffico durante i 17 mesi di lavori previsti dal cronoprogramma individuato nel bando di gara: “Come già detto, le aree di cantiere individuate sono localizzate in prossimità della SS 163 e non si prevedono aperture di piste di cantiere e pertanto tutte le lavorazioni risultano essere in soggezione del traffico”, ha ricordato Daponte citando il documento di Anas.
In sintesi, ha aggiunto, “la sospensione estiva prevista soltanto in giugno, luglio ed agosto si lavorerà anche ad Aprile, Maggio e Settembre con tutte le conseguenze del caso“.
L’alternativa, per il prof. Daponte, è quella di puntare sulle smart technologies, su modello di quanto avviene in altre realtà italiane. Proprio partendo da questi presupposti tecnici, per la Citro, non resta, dunque, che perseguire la finalità ultima dell’incontro: “mettere in atto tutte le azioni tecniche per evitare la realizzazione dell’opera”.