Galeazzo Ciano è stato un personaggio storico che spesso viene associato a Benito Mussolini, perché ha avuto un ruolo politico durante il periodo fascista in Italia e, inoltre, era il genero di Mussolini. Sposò, infatti, Edda, la figlia di Benito Mussolini, nel 1930 e rimase insieme a lei per tutta la vita.

Galeazzo Ciano è nato a Livorno il 18 marzo del 1903 e ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza piene di cambiamenti. Nel periodo della Prima Guerra Mondiale, si è trasferito con la sua famiglia a Venezia. In questa città frequentò il ginnasio, prima di spostarsi a Genova e, infine, a Roma nel 1921. Proprio a Roma suo padre riuscì a costruire una carriera come deputato e divenne sottosegretario nel primo governo di Benito Mussolini.

L’inizio della carriera politica di Galeazzo Ciano

Durante gli anni universitari, Galeazzo Ciano si concentrò principalmente sul giornalismo invece che sulla politica, scrivendo recensioni teatrali e partecipando agli ambienti artistici di Roma. Nonostante avesse conseguito una laurea in legge, mise da parte la carriera in questo settore. Fu suo padre a convincerlo a prendere parte ad un concorso per la carriera diplomatica, che superò con successo, dando inizio alla sua ascesa nel mondo politico.

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Dopo essere stato nominato viceconsole prima a Rio de Janeiro e poi a Buenos Aires, nel 1927 Galeazzo Ciano si è spostato a Pechino per ricoprire il ruolo di segretario di legazione. Ritornò a Roma nel 1929, dove lavorò come addetto all’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Qui, per mezzo dei suoi rapporti con la famiglia Mussolini, ha avuto occasione di conoscere Edda e proprio con Edda è stato poi celebrato il matrimonio.

Edda era la figlia maggiore di Mussolini. Il matrimonio è stato celebrato nel 1930 ed è stato un evento che ha segnato una volta per la sua vita, accelerando anche la sua carriera nel mondo politico. Galeazzo Ciano e la moglie Edda Mussolini hanno avuto tre figli, che si chiamavano Fabrizio, Raimonda e Marzio.

Le idee politiche e la morte di Galeazzo Ciano

Le sue idee politiche, fortemente conservatrici, lo portarono a diventare una figura di spicco nel regime fascista. Nel 1933 ha assunto un ruolo di rilievo nell’ufficio stampa, che successivamente divenne ministero.

All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, Galeazzo Ciano, dopo un tentativo di avvicinamento alla Germania, decise poi di opporsi all’alleanza con Hitler. Secondo alcuni storici, fu lui a suggerire l’idea di mantenere uno stato di “non belligeranza”. Ma il suo comportamento fu considerato spesso con alcune contraddizioni, perché alternava momenti di opposizione e sostegno al conflitto, manifestando dubbi e incertezze.

Nel 1943, durante l’opposizione capeggiata da Dino Grandi, che avanzò la proposta di rimuovere Mussolini dal potere, Galeazzo Ciano, nonostante fosse un parente di Mussolini, diede un voto favorevole alla mozione. Dopo che Badoglio ha firmato l’armistizio, Galeazzo Ciano fu arrestato e, giudicato colpevole assieme ad altri esponenti del regime, fu condannato a morte. La sua esecuzione si svolse l’11 gennaio del 1944. Non si sa se Mussolini abbia scelto di non intervenire per salvarlo o se, pur desiderando compiere un’azione di questo tipo, abbia deciso di evitare per una potenziale reazione negativa da parte di Hitler.