Tornano i furti negli scavi di Pompei. La Soprintendenza del Parco Archeologico ha constatato che ignoti, tra il 30 settembre e il 4 ottobre scorsi, hanno rubato un chiusino in marmo di forma circolare e del diametro di 20 centimetri che si trovava all’interno della “Domus di Sirico” (situata al Regio VII, insula 1, civico 25, ambiente 24).

Si tratta, viene sottolineato dalla Soprintendenza, di un’area accessibile al pubblico e interessata recentemente da lavori di restauro. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte dei Carabinieri della Stazione di Pompei.

La domus di Sirico si chiama così dal nome del suo ultimo proprietario, Publius Vedius Siricus, identificato attraverso la scoperta di un sigillo di bronzo recante tale nome. Sirico apparteneva alla classe politica e commerciale di Pompei e riceveva quotidianamente i suoi sostenitori accogliendoli nella sua abitazione con la beneaugurante iscrizione «Salve Lucru» ovvero “Benvenuto guadagno!”, che si poteva leggere sul pavimento dell’ingresso.

La grande casa è frutto dell’aggregazione, avvenuta nel I secolo a.C., di due dimore, l’una con ingresso da via Stabiana, l’altra da vicolo del Lupanare. All’epoca dell’eruzione in tutta la proprietà si stava procedendo ad un radicale rinnovamento degli apparati decorativi secondo i dettami dell’epoca.

Tra le parti già completate c’era l’esedra dove i convitati banchettavano su letti triclinari posti attorno ad un pregiato pavimento a lastre marmoree e circondati da raffinati affreschi con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia, uno dei quali esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.