Sarà celebrata stasera alle 18, nella chiesa di San Giacomo a Furore, una messa in suffragio di Raffaele Ferraioli, a due anni dalla sua scomparsa.
Il compianto sindaco di Furore, che amministrò il borgo costiero fino al 2019, già presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana ed iniziatore del turismo esperienziale in Costa d’Amalfi scomparve improvvisamente a causa di un malore, il 19 febbraio del 2022, mentre si trovava a Vico Equense con la sua famiglia.
L’amore di Ferraioli per il suo territorio era viscerale: sin dalla più giovane età l’aveva declinato attraverso la passione politica e l’attività imprenditoriale di famiglia, l’Hostaria di Bacco, che divenne, nel corso degli anni, un punto di riferimento irrinunciabile per gli appassionati di buon gusto in Costiera.
Ferraioli “inventò” letteralmente il “brand” turistico di Furore: il paese che non c’è divenne, infatti, sotto la sua guida, una meta turistica affermata, volta ad attrarre visitatori consapevoli, attenti all’arte, all’enogastronomia del territorio ed alla sua sostenibilità ambientale.
E fu proprio lungo queste tre direttrici che il cammino politico ed imprenditoriale di Ferraioli si mosse, sin da quando, nel 1980, per la prima volta divenne sindaco di Furore.
La trasformò in “paese dipinto”, convocando artisti da tutta Europa per dare una forte identità ad un territorio che, pur avendo nobili radici storiche sospese tra mito e leggenda, non era riuscito ancora ad affermarsi, al pari delle altre località della Divina, nel contesto nazionale ed internazionale.
Puntò sul recupero del monumento naturale per eccellenza del borgo costiero, il Fiordo, rendendolo, su sua iniziativa, location di una gara internazionale di tuffi che riscosse grandissimo successo negli anni del suo svolgimento.
Oltre alla realizzazione dei murales che ancora oggi ornano Furore, Raffaele Ferraioli si prodigò per renderne più attrattiva la sua immagine nel resto d’Italia e del mondo, anche e soprattutto attraverso la valorizzazione delle sue tipicità enogastronomiche.
A lui si devono, ad esempio, la riscoperta di arbusti spontanei come, ad esempio, i capperi del Fiordo, o l’invenzione del nanassino, il rosolio al fico d’india, oltre entrate a pieno titolo nell’identità territoriale locale.
L’azione politica ed umana di Ferraioli non coinvolse soltanto il suo piccolo borgo d’origine, ma spaiò su tutto il territorio della Costiera: a cavallo tra la metà degli anni ’90 e la metà del decennio successivo, infatti, ricoprì, tra gli altri, il ruolo di Presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana.
Il suo ruolo di promozione dell’unicità del territorio della Divina fu costante e quotidiano: a lui si deve, ad esempio, un grande impegno nell’inclusione del territorio della Penisola Amalfitana tra i patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.
L’ex sindaco di Furore fu, tra l’altro, promotore della Doc dei vini e dell’Igp per il limone sfusato amalfitano, oltre che socio fondatore dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia” oltre che dell’associazione italiana dei “Paesi dipinti”, nonchè coordinatore regionale dell’associazione “Città del Vino” della Campania, e autore di numerose pubblicazioni incentrate su marketing turistico e sviluppo territoriale.
Ferraioli, in altri termini, pose le basi per l’insorgenza di una maggior coesione tra le istituzioni del territorio (obiettivo, quest’ultimo, ben più riuscito) sviluppo territoriale integrato, di cui ancora oggi la Costa d’Amalfi – le recenti vicende su trasporti e sicurezza stradale ne sono l’emblema – mai come in passato necessita.
Recuperare anche soltanto parte del suo ingente patrimonio intellettuale potrebbe rappresentare, per la Divina il vero ed ulteriore punto di svolta rispetto alle tante contraddizioni che, purtroppo, ancora ne impediscono il pieno sviluppo.