Erano le 9,40 di tre anni fa, il 2 Febbraio 2021, quando Amalfi rischiò di vivere una tragedia, per fortuna, scampata, ma che fu, al contempo, un evento capace di rendere alta l’attenzione sul tema del dissesto idrogeologico in Costiera Amalfitana.
Nel giro di pochi secondi, coloro che erano in strada furono colti da un improvviso boato: volgendo i loro occhi verso il rione Vagliendola non poterono credere ai loro occhi: il costone roccioso aveva ceduto. Grossi massi e detriti avevano non solo invaso la carreggiata della Statale Amalfitana ma erano precipitati anche più in basso, fino al Lungomare dei Cavalieri. Un evento senza precedenti, quantomeno a memoria d’uomo in città.

Immediatamente si mosse la macchina dei soccorsi: in molti temerono il peggio. Nessun ferito e nessun morto: probabilmente ad incidere positivamente sull’esito della vicenda, oltre che il caso fortuito e, per i credenti, l’aiuto di Sant’Andrea e San Biagio, anche lo scarso numero di persone e veicoli in circolazione in quella mattina. Amalfi, infatti, come tutto il paese, era interessata dalle restrizioni alla mobilità dovute al Covid-19. La Campania era, in quella fase, in zona gialla: dunque, non vi erano turisti – se non proprietari di seconde case e qualche sparuto americano impiegato nella base Nato di Agnano – e vigeva il coprifuoco nelle ore notturne.
Da quel giorno, dal ventre aperto della montagna, dai vigili del fuoco che con elicottero e verricello portavano in salvo chi era rimasto bloccato nella propria casa di via Vagliendola dal momento che la frana aveva portato giù anche la strada pedonale, dai numerosi tavoli tecnici in Prefettura, dai lavori di somma urgenza e dalla ricostruzione in tempi record del tratto di Statale Amalfitana, inaugurata già alla fine di Aprile, a meno di tre mesi dallo smottamento, sono trascorsi tre anni.
Da allora, probabilmente non c’è amalfitano che, nel passare a piedi al di sotto del costone della Vagliendola, non rivolga il proprio sguardo verso l’alto. A maggior ragione in seguito al nuovo episodio che pure ha tenuto con il fiato sospeso molti amalfitani: quello del distacco di un masso l’11 Novembre scorso, per fortuna contenuto dalle reti di protezione. Evento, quest’ultimo, che diede vita ad ulteriori lavori di somma urgenza ed alla chiusura preventiva della rotabile per circa cinque giorni.

Nell’anno successivo sono stati completati i lavori per la ricostruzione della pedonale di via Annunziatella.
Il crollo del 2 Febbraio di 3 anni fa, dunque, rappresenta un episodio che non può essere dimenticato ma, anzi, deve fungere da bussola nell’affrontare il complesso tema della prevenzione del dissesto idrogeologico. Che, mai come negli ultimi mesi, anche alla luce dei numerosi episodi franosi, appare, più che mai, una priorità. Qualcosa rispetto ad allora è cambiato: senz’altro nella popolazione della Divina c’è più consapevolezza sul tema: e ciò si traduce anche in una crescente mobilitazione per la difesa del territorio da parte di un rilevante numero di suoi abitanti.
