Non ha ottenuto i risultati sperati il Bonus Vacanze, introdotto con il Decreto Rilancio 2020 (con uno stanziamento di 2,4 miliardi di euro) per risollevare quanto prima il settore turismo, a seguito dell’emergenza Coronavirus.

Sono tante infatti le strutture ricettive che non lo accettano e, solo in Campania, si registrano circa 60 adesioni su 1425 strutture attive. Nemmeno nella nostra Costiera Amalfitana il bonus viene accettato dal momento che gli albergatori hanno bisogno di liquidità.

Infatti le banche non firmano accordi per trasformare il bonus vacanza da credito di imposta a liquidità. A denunciare la gravissima situazione è l’Abbac: in Campania, nessuna banca ed istituto finanziario regionale ha voluto sinora siglare un accordo per consentire alle imprese extralberghiere che possono accettare i bonus vacanza, varati dal Governo, e offerti alle famiglie con Isee fino a 40.000 euro annui.

“In sede di conversione in legge, avevamo chiesto ai parlamentari di modificare il decreto del Governo ed estendere il bonus alle strutture ricettive extralberghiere non professionali come bed and breakfast e case vacanze non imprenditoriali, che sono rimaste escluse – dichiara il presidente Abbac GuestItaly Agostino Ingenito – Gli affittacamere ma come i villaggi e gli ostelli, che pure potrebbero accettarli, ci hanno chiesto di sapere in che modo poter convertire quel credito di imposta, ci siamo imbattuti in secchi no e forse di banche ed istituti finanziari ma nessuno ha sinora voluto sottoscrivere un accordo, anche indicando una commissione ragionevole. Siamo delusi dal Governo come dalla Regione che invece avrebbe potuto fare la differenza in questa situazione, mettendo a disposizione quei fondi destinati con un contributo una tantum alle imprese, oltre a quelli tradizionalmente destinati ai Comuni per eventi e sagre, per erogare un bonus vero, spendibile subito, e destinato in primis ai corregionali e ai viaggiatori italiani per attuare quel turismo di prossimità tanto sbandierato”.

“Per evitare il tracollo definitivo, stiamo cercando di aiutare molte strutture ricettive extralberghiere a sospendere per sei mesi le scie amministrative, per cercare di ridurre l’impatto di tari e tributi speciali che gli enti locali hanno solo rinviato. Siamo alla farsa, per un turismo lasciato alla deriva ed una filiera che è già a serio rischio implosione con conseguenze sociali ed economiche disastrose. Per questo motivo come associazione di categoria non accoglieremo nessun invito a incontri e riunioni politiche in campagna elettorale”– conclude il presidente Agostino Ingenito.