Un lavoro “ineccepibile”, da integrare, tuttavia, con più dati provenienti direttamente dalle strutture turistiche.

Questo il parere di Ambrogio Carro, commissario regionale al turismo della Federcomtur ed imprenditore turistico positanese, sull’ operazione di monitoraggio dei flussi turistici compiuta in Costa d’Amalfi grazie ad una partnership tra aziende e soggetti istituzionali del territorio.

Lo studio, secondo il dirigente di Federcomtur, andrebbe, infatti, integrato con ulteriori dati da attingere direttamente dalle strutture, che sarebbero state non sufficientemente considerate.

L’indagine, infatti, si è basata su Tim Analytics People, puntando sull’analisi dei flussi in circolazione nella Divina, nei periodi di alta stagione, tramite l’analisi delle celle telefoniche.

L’analisi è ottima, ma dice cose tutto sommato scontate – ha proseguito CarroPer poter essere più efficiente andrebbe coadiuvata sia da dati attinti direttamente dalle strutture turistiche, per rilevare con maggior precisione le presenze sul territorio, che da un questionario per rilevare la customer satisfaction dei clienti direttamente in struttura, così come di un’analisi Swot” (che mette a sistema punti di forza, punti di debolezza, opportunità, minacce per una realtà aziendale, ndr).

Oltre ad osservazioni sul monitoraggio, il rappresentante di Federcomtur, ha presentato anche altri elementi da attenzionare, utili per programmare e gestire al meglio i flussi turistici in Costa d’Amalfi.

Dal 2019 l’aumento degli alloggiati delle strutture è stato del 30%, per un tasso di occupazione medio dell’84% – ha, infatti, proseguito – Rapportando il numero di posti letto con le presenze si ottiene un risultato, però, superiore al 110%, ponderando il dato in rapporto ai periodi di chiusura annuali che vanno da gennaio a marzo“.

Le strutture della Costiera Amalfitana, dunque, rasentano la piena occupazione: nonostante le tante difficoltà che attraversa, infatti, il settore è vivace.

Obiettivo – ha concluso Carro – dev’essere quello di puntare sulla destagionalizzazione dell’offerta turistica facendo leva su clima comunque mite e sistemazioni a prezzi calmierati, puntando ad attrarre anche in bassa stagione quella clientela internazionale tanto presente nei mesi di alta stagione, in cui rientra anche parte della primavera e dell’autunno”.